Cinque stagioni di carestia, cinque milioni di persone senza cibo sufficiente, un milione senza casa, raccolti distrutti e quattro milioni di capi di bestiame persi. In Somalia la fame è uno spettro quotidiano che costringe centinaia di migliaia di persone a spostarsi nei campi profughi della Capitale, Mogadiscio. Ma anche lì non ci sono aiuti e si rischia di morire di fame, racconta un reportage pubblicato da El Pais e firmato da Ftahi Mohamed Ahmed.
Come le madri aiutano i figli
Per ottenere qualcosa da mangiare, le madri avvelenano i propri figli che così vengono ricoverati in ospedale dove possono trovare del cibo.
"Affittare" i figli
Un altro modo, racconta El Pais, che in quel campo profughi hanno escogitato le madri per non vedere morire i propri figli di fame è affittarli. Chi non è in condizione di andare per strada a chiedere la carità, cede i figli piccoli per tutta la giornata ai mendicanti che, alla sera, versano alle famiglie una parte di quanto raccolto chiedendo l'elemosina insieme ai bambini "affittati".
Il rapporto dell'Unicef
Secondo l'Unicef in tutto il Corno d'Africa oltre 1,5 milioni di bambini sono a rischio a causa della
malnutrizione. Racconta il direttore generale dell'organizzazione, Catherine Russell, al termine di una missione in Kenya orientale per incontrare le famiglie e i rifugiati che lottano contro la peggior siccità degli ultimi 40 anni. «in Kenya, Etiopia e Somalia, la siccità ha causato lo sfollamento di più di 2,5 milioni di persone. I
bambini soffrono la fame, perdono la scuola, sono costretti al lavoro minorile o al matrimonio precoce e si ammalano, anche a causa di epidemie di colera. La pioggia è finalmente arrivata, dando alle persone speranza, ma bisogna fare tanta strada per la ripresa. I bambini hanno ancora fame, sono esposti al rischio di colera, hanno bisogno di andare a scuola e molti non hanno prospettiva di tornare a casa».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout