Cancellazioni, bagagli smarriti, ritardi. I viaggiatori quest'estate stanno assistendo ad alcuni dei peggiori servizi che le compagnie aeree abbiano mai offerto. Molte di queste stanno tentando invano di gestire la domanda pre-pandmenica di viaggi aerei con metà del personale rispetto all'avvento del Covid. Una strategia aziendale che fino a questo momento non si è rivelata per nulla vincente.
Secondo uno studio condotto da Allianz Trade, in Europa i voli cancellati potrebbero diventare la nuova normalità, per cui il viaggio aereo, a differenza di quello su rotaie, non sarà più garanzia di puntualità, né di minor attesa. Le compagnie aeree al momento sono costrette principalmente a far fronte alla mancanza di personale, dovuta anche al vertiginoso aumento dei prezzi del carburante per aerei (+89% da inizio anno). Inoltre con salari che rappresentano circa il 25% delle entrate (contro la media globale del 19%), le compagnie aeree europee hanno pochi incentivi ad ottemperare la carenza di personale a breve termine.
L'aumento delle tariffe
Stando a questi elementi, le tariffe aeree sono diventate protagoniste, a danno dei viaggiatori, di un incremento dei prezzi mai visto in Europa. Dopo anni di ribassi, è previsto un aumento dei prezzi dei biglietti aerei del 21% solo 2022.
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Paradossalmente anche la transizione verde rappresenterà nel prossimo futuro un problema per le compagnie aeree in Europa, vista la crescente concorrenza degli operatori ferroviari, che producono l'85% in meno di CO2 rispetto agli aerei e sono di proprietà statale (quindi ricevono grossi finanziamenti). Rinnovare una flotta di vecchia generazione in un contesto di tariffe in aumento sarà costoso per un settore il cui debito è cresciuto di 1,4 volte nel 2020. Nell'anno della pandemia, i blocchi e la chiusura delle frontiere hanno costretto le compagnie aeree di tutto il mondo ad adottare misure drastiche di riduzione dei costi, quella più criticata è stata il licenziamento del personale.
Così le compagnie dopo due anni si sono date da fare per cercare di riacchiappare i lavoratori. Che però nel frattempo hanno già trovato altri impieghi, in qualche caso meglio retribuiti o con orari più regolari. Motivo per cui molti di loro non sono tornati. Senza contare gli scioperi indetti, da quelli ancora assunti, a causa dei ritmi di lavoro incessanti. Non tutte le compagnie, in ogni caso, se la passano allo stesso modo. Secondo gli esperti alcune, come appunto British Airways, ma anche Wizz Air, easyJet e Turkish Airlines (che da sola ha annullato oltre 4 mila voli), sono più in difficoltà. Mentre Ryanair e Virgin Atlantic starebbero reagendo meglio alla situazione. Che comunque, almeno in Italia, è complicata pure dagli scioperi.
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