Cannes, uomo aggredisce poliziotto «in nome del profeta». Ha permesso di soggiorno italiano

Il poliziotto si è «salvato grazie al suo giubbotto antiproiettile». L’aggressore «gravemente» ferito da un secondo poliziotto. Salvini: si faccia chiarezza

Cannes, uomo aggredisce poliziotto «in nome del profeta». Ha permesso di soggiorno italiano
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Lunedì 8 Novembre 2021, 11:54 - Ultimo aggiornamento: 12:45

Un uomo con un coltello questa mattina a Cannes ha tentato di aggredire un agente al volante di un'auto davanti alla stazione di polizia nel sud della Francia. L'aggressore, che ha detto di agire «in nome del profeta», aveva un permesso di soggiorno italiano: è quanto si apprende da fonti della polizia citate dall'emittente LCI, secondo le quali il poliziotto si è «salvato grazie al suo giubbotto antiproiettile». L'uomo, che secondo le prime informazioni si chiama Lakdar B. ed è nato nel 1984 in Algeria, sarebbe arrivato legalmente in Francia nel 2016 ed era finora ignoto ai servizi di polizia e a sua volta è stato «gravemente» ferito da un altro poliziotto. Il ministro dell'Interno, Gerald Darmanin, ha annunciato su Twitter che si sarebbe recato sul posto.

Cannes, l'aggressione a un poliziotto

L'individuo però non è riuscito a ferire il poliziotto che aveva preso di mira in quanto l'agente era protetto dal giubbetto antiproiettile. Lo ha confermato il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin. L'individuo, secondo BFM TV, ha preso di mira un'auto della polizia con tre agenti a bordo. Ha iniziato il suo attacco sferrando una coltellata al poliziotto che era al volante e gridando frasi inneggianti al «Profeta». Poi ha girato attorno al veicolo tentando di pugnalare un secondo poliziotto che era a bordo. È stato il terzo, a quel punto, ad impugnare la sua arma di servizio e a fare fuoco, ferendo gravemente l'aggressore. «La pista terroristica è la più probabile», hanno dichiarato fonti vicine al dossier citate dal quotidiano francese "Le Figaro". 

 

L'individuo non aveva nessun precedente giudiziario e non era schedato per «radicalizzazione»: è quanto riferito dal ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, giunto sul posto per esprimere il suo sostegno agli agenti.

Darmanin ha precisato che l'aggressore aveva un lavoro. Di un'età compresa tra i 35 e i 40 anni «non era schedato per radicalizzazione». L'uomo ha «un passaporto algerino, viene regolarmente» in Francia e «apparentemente ha un permesso di soggiorno italiano», ha proseguito, aggiungendo che l'uomo era «in regola sul territorio nazionale».

Al momento, la procura antiterrorismo non ha ancora deciso di occuparsi dell'inchiesta, ma «osserva» la situazione, ha precisato Darmanin. I fatti si sono svolti dinanzi al commissariato centrale di Cannes, a circa 500 metri dal Palazzo del Festival e della Croisette. Gravemente ferito dal fuoco degli agenti, il presunto aggressore è «tra la vita e la morte all'ospedale di Cannes»; ha precisato Darmanin. In un tweet, il ministro rende inoltre omaggio al «coraggio e sangue freddo esemplare degli agenti che hanno neutralizzato l'assalitore e scongiurato il peggio».

 

«Aveva permesso di soggiorno italiano»

Il fatto che possedesse il permesso di soggiorno italiano ha scatenato immediatamente le reazioni anche del mondo politico. «Secondo i media francesi, l'algerino che questa mattina a Cannes ha aggredito un poliziotto con un coltello avrebbe un permesso di soggiorno italiano. Chiediamo chiarezza immediata da parte del Viminale, soprattutto perché è ancora vivo il ricordo dell'attentatore di Nizza di un anno fa e che era sbarcato poche settimane prima a Lampedusa», ha scritto il leader della Lega Matteo Salvini

«Tragedia sfiorata a Cannes, un algerino, inneggiando ad Allah, tenta di accoltellare un poliziotto, per fortuna senza conseguenze. Secondo i primi elementi di indagine, l'assalitore risulterebbe in possesso di permesso di soggiorno italiano ed entrato in Francia nel 2016», ha dichiarato la deputata di Fratelli d'Italia Ylenja Lucaselli. «È doveroso che il nostro governo, nello specifico il ministro Lamorgese, chiarisca tutti gli elementi del caso, coinvolgendo le forze politiche».

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