Suez, l'equipaggio sotto accusa rischia anche l'arresto: «Manovre errate»

Suez, l'equipaggio sotto accusa rischia anche l'arresto: «Manovre errate»
di Cristiano Tinazzi
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Mercoledì 31 Marzo 2021, 07:11

Dopo sei giorni di attesa, la nave Ever Given è stata liberata. Il traffico nel canale di Suez è finalmente ripreso. In coda, per passare nel canale, si sono accumulate più di quattrocento navi e ci vorranno giorni per smaltire il passaggio di tutte le imbarcazioni e riportare alla normalità il traffico navale. Un incidente che ha tenuto con il fiato sospeso il mondo intero, a causa delle sue ripercussioni sulla catena globale degli approvvigionamenti energetici e commerciali. Un blocco che è costato quasi dieci miliardi di dollari al giorno. Poco prima del disincagliamento della portacontainer, l'agenzia di rating Fitch aveva prospettato danni per centinaia di milioni di euro per le compagnie di riassicurazione.

Canale di Suez, la nave bloccata è stata parzialmente liberata


I RIMORCHIATORI
La svolta è avvenuta poco dopo le tre del pomeriggio, quando il cargo battente bandiera panamense è tornato a navigare. Già nella notte il portacontainer era stato raddrizzato per l'ottanta per cento grazie al lavoro di tredici rimorchiatori, col contributo anche del rimorchiatore italiano di altura Carlo Magno, che ha lavorato tirando la poppa. Ma la parte più problematica era sbloccare la prua, come rilevato uno degli esperti intervenuto sul posto, Peter Berdowski, direttore esecutivo della Royal Boskalis, casa madre di Smit Salvage, alla radio pubblica olandese. Per rimettere in navigazione il portacontainer della classe megaship è stato necessario dragare in questi giorni trentamila tonnellate di sabbia dal fondo del canale.

Canale di Suez, la nave non è più incagliata. I disagi proseguiranno

Il capitano della portacontainer e i venticinque membri indiani dell'equipaggio intanto rischiano gli arresti domiciliari e accuse penali. «C'è un pericolo evidente che l'equipaggio della nave venga usato come capro espiatorio», ha detto il capitano Sanjay Prashar, membro del National Shipping Board (Nsb), al Times of India. «Prima di tutto è necessario accertare le cause che hanno portato la gigantesca nave ad arenarsi», ha affermato Prashar, aggiungendo che «per verificare i fatti è necessario ascoltare ed esaminare le registrazioni delle conversazioni fatte durante il viaggio della nave e così si può arrivare a capire che cosa abbia causato l'intoppo».
Dopo l'annuncio della ripresa della navigazione, il capo dell'Authority del Canale di Suez, l'ammiraglio Osama Rabie, ha previsto che ci vorranno circa tre giorni e mezzo per smaltire tutto il traffico nel canale. Le perdite da parte egiziana per mancati pedaggi sono dai dodici ai quindici milioni di dollari, ha confermato Rabie, il quale ha sottolineato come l'incidente abbia «messo in luce l'importanza del canale».

La portacontainer si è poi diretta con i propri motori verso in un bacino interno allo stretto per essere sottoposta a una revisione tecnica. In tono trionfalistico, è intervenuto anche il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, recatosi in visita a Suez dopo il disincaglio della Ever Given: «Sono qui per lanciare un messaggio attraverso i media e dire che il canale di Suez è potente e in grado di assumersi la responsabilità del commercio internazionale». Al-Sisi ha celebrato «l'enorme complessità tecnica» dell'impresa ricordando, con toni nazionalistici, che gli egiziani «hanno scavato il canale con i corpi dei loro antenati e lo hanno difeso con le anime dei loro padri nella guerra dei sei giorni del 1967».

 


IL PETROLIO
Retorica nazionalista vecchio stile che in Egitto ha ancora un certo effetto su parte della popolazione. Le reazioni sui social media a proposito della crisi di Suez, definita un calvario, per al-Sisi sono state «una dimostrazione di quanto gli egiziani amino il loro Paese». Il presidente egiziano ha infine ringraziato «gli amici dell'Egitto del Golfo e nel mondo per aver offerto sinceramente la loro assistenza e per aver contribuito a risolvere in tempi record e con il numero minimo possibile di perdite la crisi del Canale di Suez».
Dopo la notizia della riapertura del canale sono migliorate le principali borse europee, nonostante le notizie sulla pandemia, e il petrolio è sceso dello 0,5%, attestandosi a 60,6 dollari al barile.

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