Bufale sul Covid: così vengono aggirati i controlli Facebook. Studio inglese rileva il "buco" nel fact-checking

La contestazione: nessuna rilevazione con lingue diverse dall'inglese. La replica: controlli effettuati

Bufale sul Covid: così vengono aggirati i controlli Facebook. Studio inglese rileva il "buco" nel fact-checking
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Venerdì 3 Dicembre 2021, 21:55 - Ultimo aggiornamento: 22:01

Facebook "non riesce" ad affrontare la disinformazione sul fronte della lotta al Covid-19, almeno per quel che riguarda la tempesta di false o fuorvianti indicazioni divulgate da un importante gruppo anti-vaccino. Questa la contestazione che viene mossa da uno studio di Isd Global, think tank attivo nel Regno Unito: secondo le rilevazioni effettuate, almeno fino al giugno 2021 non sarebbe stato applicato alcun filtro contro veri e propri depistaggi nell'informazione - soprattutto quella scientifica - legata alla pandemia.

Durante il primo anno dell'emergenza sanitaria mondiale, nonostante quelle che vengono considerate vere e proprie violazioni delle norme che sovrintendono alla diffusione delle comunicazioni via Facebook, gli account associati alla World Doctors Alliance (Wda) - un gruppo anti-vaccino i cui membri pubblicano regolarmente notizie ritenute false in tema di coronavirus - sono aumentati di popolarità. La pagina principale del gruppo è stata rimossa dalla piattaforma solo nel luglio 2021. In una dichiarazione rilasciata ad Abc News, Ben Decker - ceo di Memetica, società di consulenza e investigazioni digitali - ha affermato che "la World Doctors Alliance è un collettivo di influencer pseudo-scientifici...", alcuni dei quali sono diventati voci di riferimento nel variegato mondo dei movimenti negazionisti e complottisti.

I messaggi: negazionisti e complottisti

Nel suo studio, Isd Global sostiene che Facebook non sarebbe intervenuta con le proprie politiche di tutela e sicurezza dell'utenza neppure a livello "elementare". Sulla piattaforma, i membri della Wda avrebbero infatti divulgato informazioni di tutti i tipi: dall'inesistenza del virus alla minimizzazione degli effetti gravi della malattia, fino alla contestazione che la pandemia altro non sarebbe se non una cospirazione, una truffa, una bufala "perseguita da governi, autorità sanitarie e media".

Il controllo aggirato con lingue diverse dall'inglese

Le investigazioni condotte dai ricercatori di Isd Global hanno preso in considerazione l'attività della Wda anche su altre piattaforme, come YouTube, Twitter e TikTok, ma l'attenzione si è concentrata proprio su Facebook perché lì sarebbe presente gran parte del seguito del gruppo anti-vaccino. La conclusione è che Facebook non riuscirebbe in molti casi a porre un argine alla disinformazione. Il fact-checking della società di Meta in lingue diverse dall'inglese sarebbe in sostanza insufficiente e quasi inesistente.

Lo studio ha esaminato 189 articoli di verifica dei fatti che menzionano la Wda. Tra questi, 61 scritti in inglese, 26 in spagnolo e 13 in tedesco, ma non ce n'erano affatto in rumeno, ungherese, svedese e italiano nonostante ci fossero più di 5.528 post che menzionavano il Wda in quelle lingue.

L'autore del rapporto, Aoife Gallagher, ha invitato Facebook a investire più risorse umane nei suoi sforzi di verifica dei fatti, ma anche a migliorare i suoi metodi di rilevamento automatizzato. L'Isd ha trovato esempi di un video in inglese che è stato etichettato come contenente disinformazione, ma lo stesso identico video tradotto in spagnolo non è stato etichettato e, apparentemente, non è stato rilevato. "Non si tratta di nuove regole, si tratta di far rispettare quelle che già hanno", ha detto Gallagher.

La risposta di Facebook: controlli effettuati

La risposta di Facebook non si è fatta attendere. L'azienda ha spiegato ad Abc News che lo studio della Isd ha esaminato solo un campione ristretto di 14 account: "Questo piccolo campione non è in alcun modo rappresentativo delle centinaia di milioni di post che le persone hanno condiviso sui vaccini Covid-19 negli ultimi mesi su Facebook. Dall'inizio della pandemia, il nostro obiettivo è stato quello di promuovere informazioni affidabili su Covid-19, intraprendere azioni più aggressive contro la disinformazione e incoraggiare le persone a vaccinarsi. Finora, abbiamo collegato oltre due miliardi di persone ad autorevoli informazioni provenienti da esperti sanitari, rimosso 24 milioni di disinformazioni sul Covid ed etichettato più di 195 milioni di contenuti Covid valutati dai nostri partner per il fact-checking".

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