Bruxelles: «Italia a rischio, ma l'opzione verde è il salvagente»

Il commissario Paolo Gentiloni
di Italo Carmignani
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Martedì 17 Dicembre 2019, 21:36 - Ultimo aggiornamento: 21:51
STRASBURGO Debito, disoccupazione, banche a bassa crescita: l’Italia, pur passando l’esame della manovra 2020, sugli squilibri macroeconomici, deve fare i conti con il banco di prova europeo. Un test che potrebbe portare a una nuova procedura, la sesta consecutiva. La luce rossa arriva dall’Alert Mechanism Report, il rapporto che tutti gli anni valuta i rischi di squilibri nei paesi Ue. E la riposta al dubbio se l'Italia finirà nella lista di quelli per i quali la Commissione dovrà fare un'analisi approfondita, emergerà a febbraio. Sono tredici in tutto, tra cui anche la Germania, ma tre già nel febbraio 2019 presentavano squilibri eccessivi: Italia, Grecia e Cipro. «Il rapporto debito/Pil è aumentato nel 2018 e rischia di aumentare ulteriormente nel 2019 a causa delle deboli prospettive economiche e del peggioramento del saldo primario», scrivono i tecnici nel rapporto. Cosa positiva, i tassi sono scesi in modo consistente, il risanamento delle banche è progredito, gli Npl si sono ridotti, ma la produttività «stagnante pesa sul Pil potenziale, che a sua volta mette a rischio il calo del debito». La richiesta di Bruxelles è quindi quella di un maggior dinamismo.

 
BASSA PRODUTTIVITA’
Spiega Bruxelles: «La bassa produttività è dovuta a bassi investimenti e innovazione sociale, un ambiente che non sostiene le imprese, limitazioni economiche, mancanza di lavoratori specializzati». Inoltre, restano vulnerabilità nel settore finanziario, in particolare per le banche medio e piccole che hanno grandi stock di Npl e sono maggiormente esposte ai rischi sovrani. E restano viscosità nel mondo del lavoro, con la disoccupazione dei giovani e quella a lungo termine alta, mentre resta bassa la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, con rischi per la futura occupazione e crescita.

 
OCCUPAZIONE 
Non solo: l'Italia è tra i paesi dove rimane alto il rischio di povertà lavorativa, ovvero dove resta il pericolo di non arrivare alla fine del mese pur avendo uno stipendio. L'analisi approfondita che la Commissione pubblicherà a febbraio dirà se gli squilibri italiani restano eccessivi oppure sono migliorati. Nel primo caso, tornerebbe di nuovo il rischio di una procedura ad hoc, che potrebbe essere lanciata a maggio, a meno che il Governo non convinca Bruxelles che i rischi saranno affrontati con il piano nazionale di riforme. 

LA SFIDA VERDE

Una strada c’è: la Commissione ha individuato nello sviluppo sostenibile la strada per rilancio e stabilità dell’economia. Spiega da Strasburgo Paolo Gentiloni nel primo giorno da commissario all’economia: “La sfida climatica è al centro della nostra governance economica: quando diciamo che il Green Deal europeo è la nuova strategia di crescita per l'Europa, non sono solo parole. Una delle mie priorità assolute nel primo anno di mandato sarà integrare nel semestre europeo gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Onu. È fondamentale che questo importante cambio di rotta della politica economica europea vada a buon fine".a E a chi gli chiede del fallimento della conferenza di Madrid sul clima e dell'Europa che possa trovarsi da sola sul fronte ambientale, Gentiloni sostiene:  «Dobbiamo guardare alla metà piena del bicchiere:  l'Europa può orgogliosamente rivendicare di svolgere un ruolo d'avanguardia su un tema così strategico, non solo per il nostro destino ma anche per l'economia e per i posti di lavoro, di svolgere un ruolo d'avanguardia»
 
 
 
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