Brexit, Johnson presenta la sua offerta all'Europa. E richiude il Parlamento

Brexit, Johnson presenta la sua offerta all'Europa. E richiude il Parlamento
di Cristina Marconi
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Giovedì 3 Ottobre 2019, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 08:57

LONDRA Boris Johnson avanza proposte controverse sulla Brexit, torna ad attaccare Westminster e procede a una nuova sospensione del parlamento, a partire da martedì prossimo, in modo da poter presentare i nuovi obiettivi del governo con un discorso della regina il 14 ottobre. Nel tentativo di recuperare un po' di smalto agli occhi dell'elettorato dopo due mesi catastrofici, Johnson ha intrattenuto la convention dei Tories con un discorso estremamente aggressivo nonostante le numerose battute pronunciate con piglio giocherellone, incentrato sulla politica interna nel tentativo di rubare voti a sinistra tra le critiche al leader laburista Jeremy Corbyn, e con un messaggio spiccio: «Chiudiamo la Brexit entro fine ottobre», che sia con un accordo o con un no deal.

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LE PROPOSTE
Le proposte autodefinite «costruttive e ragionevoli» presentate ieri pomeriggio da Johnson in un documento di sette pagine al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker riguardano innanzi tutto l'Irlanda del Nord, per la quale Londra suggerisce che segua le regole del mercato interno ma esca dall'unione doganale, con un limite di tempo da passare al vaglio dall'assemblea di Belfast ogni quattro anni. In questo modo dovrebbero essere reintrodotti dei controlli doganali che però non avverrebbero alla frontiera ma nel luogo di partenza delle merci, con l'aiuto di una tecnologia «in continua evoluzione».

Perplesso il premier irlandese Leo Varadkar, secondo cui il nuovo testo «non è incoraggiante», «non rispetta pienamente gli obiettivi convenuti nella clausola di salvaguardia» e «non è la base di un accordo» per evitare una frontiera fisica all'interno dell'isola. Le proposte, lontane da quelle contenute nell'accordo raggiunto da Theresa May e respinte per tre volte dal Parlamento, hanno ricevuto un'accoglienza molto tiepida a Bruxelles Juncker ha parlato di aspetti «problematici» cercando di non suonare troppo pessimista - ma rappresentano una sorta di ultimatum da parte di Johnson, che ha ribadito di non voler chiedere un nuovo rinvio della Brexit e ha detto che l'alternativa è «senza dubbio» il no deal, sebbene sia vincolato a chiedere un rinvio da una legge da lui sprezzantemente soprannominata «l'atto di resa».

DISCORSI
Con una verve da campagna elettorale, Johnson ha indicato nel Parlamento il suo principale nemico, «il sassolino nella scarpa dell'atleta», quello che «se fosse una scuola gli ispettori la chiuderebbero subito» o «se fosse un reality show saremmo stati tutti mandati via dalla giungla dai votanti», anche se «almeno avremmo visto lo speaker (John Bercow, ndr) mangiare il testicolo di un canguro», mentre all'Unione europea ha dedicato parole quasi gentili. «Siamo europei, io amo l'Europa ma dopo 45 anni» c'è bisogno di un nuovo rapporto, «una partnership positiva e piena di fiducia» che, grazie alla soluzione prospettata per l'Irlanda del Nord «protegga la nostra preziosa unione». Fatto sta che per ora Boris va avanti dritto per la sua strada, rispolverando i classici del suo repertorio. Dopo che suo fratello Jo e sua sorella Rachel lo hanno attaccato pubblicamente per la sua posizione sulla Brexit, Boris ha suscitato una risata, in particolare del padre Stanley e della fidanzata Carrie, quando ha detto che il suo «asso nella manica è che la mamma ha votato Leave».

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