Lula e Bolsonaro a caccia di voti religiosi, ma i vescovi impediscono a Jair di prender parte alla processione

Qui gli Evangelici sono circa 50 milioni: il 25% della popolazione

Lula e Bolsonaro a caccia di voti religiosi, ma i vescovi impediscono a Jair di prender parte alla processione
di Franca Giansoldati
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Domenica 9 Ottobre 2022, 17:56 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 18:41

Città del Vaticano - Il fattore religioso in Brasile potrebbe risultare determinante per il ballottaggio del 30 ottobre, tra Bolsonaro e Lula, entrambi a caccia di voti sul territorio.  Sin dall'inizio la religione è stata posta al centro della campagna di Bolsonaro, che secondo gli ultimi sondaggi, resta il favorito tra gli evangelisti, mentre tra i cattolici il preferito è Lula, forte anche della sua amicizia personale con Papa Bergoglio

La campagna, in vista del 30 ottobre, si è fatta più intensa e senza esclusione di colpi, al punto che la Chiesa cattolica brasiliana è intervenuta due giorni fa criticando apertamente l'uso smaccato della religione da parte del presidente Jair Bolsonaro, il quale avrebbe voluto prendere parte alla storica processione della Cirio de Nazareth, la più grande celebrazione cattolica in America Latina, capace di raccogliere fino a 2,5 milioni di pellegrini. Un rito organizzato a Belém, capitale dello Stato amazzonico del Pará dove nell'arco di alcuni giorni si svolgono ben 13 processioni fluviali e terrestri. «Non permettiamo alcun uso politico o di parte delle attività della processione Cirio» hanno sentenziato i vescovi in un comunicato durissimo.

Praticamente uno schiaffo al presidente Bolsonaro. 

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Bolsonaro si era imbarcato su una barca della marina brasiliana per partecipare insieme ad altre imbarcazioni alla processione religiosa lungo i fiumi amazzonici che bagnano Belém. I vescovi hanno chiarito subito che non c'era stato alcun invito alle autorità, costringendo Bolsonaro a un passo indietro per non alimentare ulteriormente le polemiche. In quella zona Lula ha ottenuto il maggior numero di voti al primo turno di domenica scorsa. «Nessun politico può appropriarsi della processione del Cirio, che è proprietà del popolo del Pará e dei credenti di tutto il mondo», ha rimarcato anche il governatore Barbalho e alleato di Lula.

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Nel frattempo, rilevano diversi giornali brasiliani, la tensione si è alzata al punto che i supporter di Bolsonaro hanno insinuato che Lula fosse legato a pratiche sataniche, al punto che l'ex presidente brasiliano ha dovuto negare ufficialmente di aver preso parte a messe nere, rassicurando di essere un buon cristiano. 

In Brasile gli Evangelici sono circa 50 milioni (il 25% della popolazione) ma il mondo evangelico non è omogeneo, a cominciare da una delle figure di maggiore spicco: Marina Silva, della Chiesa delle Assemblee di Dio (pentecostale), e conosciuta per la sua posizione ecologista e femminista, ben poco in linea con Bolsonaro che, tuttavia, gode dell'ampio appoggio dei leader di tutte le altre chiese pentecostali vicine alla sua linea ultraconservatrice .

L'ex presidente Lula da Silva può invece giocare la carta 'Bergoglio' per il ballottaggio. Un giornale ha pubblicato una lettera per il Papa in cui Lula, prima del voto, ammetteva di temere il secondo turno. Lula avrebbe scritto che «la battaglia è tutt'altro che finita. Oltre ai 12 giorni di campagna elettorale che ci restano in questo primo turno, abbiamo tutti i rischi di un eventuale secondo turno e quindi la necessità, in caso di vittoria, di assicurarci il passaggio. Caro amico Papa Francesco. È con grande rispetto e affetto che vi scrivo in questo momento. La mia prima parola è di gratitudine per i suoi indimenticabili gesti nella lettera che mi ha inviato mentre ero in prigione e per la calorosa accoglienza che mi ha riservato presso la Santa Sede».

Nel 2020, Lula ha visitato Papa Francesco in Vaticano, su invito del pontefice. Un viaggio denso e sentito che è stato mediato dal presidente argentino, Alberto Fernández. 

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