Brasile, Bolsonaro cede: «Rispetto la Costituzione». Ma non riconosce (esplicitamente) la vittoria di Lula

Brasile, Bolsonaro cede: «Rispetto la Costituzione» Ma non riconosce (esplicitamente) la vittoria di Lula
di Alfredo Spalla
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Mercoledì 2 Novembre 2022, 06:21 - Ultimo aggiornamento: 13:56

Alla fine il lungo silenzio, che aveva dato vita al caos, è stato rotto. Bolsonaro ha parlato, ammettendo implicitamente la sconfitta, e ha autorizzato il suo Governo ad avviare le procedure per garantire il passaggio di consegne con il presidente eletto Lula. Bolsonaro, leader della destra conservatrice e presidente della Repubblica in carica fino alla fine del 2022, non aveva ancora riconosciuto la vittoria di Lula, esponente della sinistra e vincente nel ballottaggio del 30 ottobre.
Il suo discorso era atteso da oltre 30 ore ed è stato importante per due motivi. In primo luogo, lo era per fugare qualsiasi dubbio di una possibile deriva anti-democratica con la collaborazione dell'esercito. «Mi hanno sempre etichettato come un antidemocratico, ma al contrario dei miei accusatori io mi sono sempre mosso nei margini della Costituzione. Come presidente e cittadino, continuerò a rispettare i dettami della nostra Costituzione», ha detto allontanando i timori di un colpo di stato. Le sue parole sono (e saranno) inoltre essenziali per placare le proteste che per oltre un giorno hanno paralizzato le autostrade del Brasile, creando disagi al trasporti di alimenti, animali, medicinali e agli spostamenti dei cittadini. In tutto il Brasile, seppur con una concentrazione nel Sud e nel Sud-Est, si sono registrati oltre 400 blocchi con sit-in nelle tangenziali, camion di traverso sulle autostrade e pneumatici incendiati al centro delle carreggiate. Un danno enorme per un Paese che muove gran parte delle merci su gomma. I manifestanti chiedevano un intervento dell'esercito e la permanenza di Bolsonaro al potere. La situazione stava però degenerando, con le forze dell'ordine costrette a usare la forza, e gli alleati di Bolsonaro - in testa il nuovo governatore di San Paolo Tarcisio de Freitas - hanno mediato affinché il Presidente condannasse le violenze.

 

La rassicurazione

«Il nostro sogno continua, più vivo che mai» ha detto Bolsonaro, ma poi ha aggiunto: «Gli attuali movimenti sono frutto dell'indignazione e del senso di ingiustizia per come si è svolto il processo elettorale.

Le manifestazioni pacifiche saranno sempre benvenute, ma i nostri metodi non possono essere quelli della sinistra, che arrecano danno alla popolazione, come le invasioni della proprietà privata, la distruzione del patrimonio e la limitazione del diritto di andare e venire», ha detto in un brevissimo punto stampa al termine del quale si è recato al Tribunale supremo elettorale del Brasile. Il riferimento di Bolsonaro è alle tecniche talvolta utilizzate dal cosiddetto Movimento dei Sem Terra (Senza terra, ndr), che occupa spazi agricoli incolti e chiede una riforma agraria, e dei Sem Teto (Senza tetto, ndr), che agisce invece negli edifici abbandonati. Quindi si è diretto al Tribunale supremo elettorale.

Dopo Bolsonaro ha parlato brevemente anche Ciro Nogueira, ministro della Casa Civile (una specie di sottosegretario alla presidenza con ampi poteri), riferendo di essere stato autorizzato da Bolsonaro ad avviare la transizione con il governo entrante. La legge prevede che si costituisca un gabinetto per la transizione tra i due esecutivi. Lula ha scelto come coordinatore di questo gabinetto Geraldo Alckmin. La controparte bolsonarista ha informato che da domani, ovvero quando il nome di Alckmin sarà formalizzato, si avvieranno le procedure per la transizione. Dal Tribunale in serata arriverà una nota in cui si sottolinea «l'importanza» che il presidente «si sia pronunciato sulla garanzia della libertà di movimento in relazione ai blocchi stradali, sull'inizio della transizione, e nel riconoscere il risultato finale delle elezioni».
Prima del discorso di Bolsonaro, i blocchi stradali avevano causato gravi disagi all'industria alimentare, soprattutto ai produttori di latte e al settore delle carni, ma anche problemi di sicurezza nel trasporto dei carburanti e ritardi nella consegna di gas medicinali (con gli ospedali in allarme per la mancanza di ossigeno).Nei blocchi dei pro-Bolsonaro si sono registrate anche violenze e scontri.

 

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