Bambino nel pozzo, arrivano i soccorritori svedesi che salvarono 33 minatori cileni

Julen, fallito il primo tentativo di salvare il bimbo caduto nel pozzo: «Il terreno è troppo instabile»
3 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Gennaio 2019, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 17:12

Nuovo aiuto per i soccorritori di Julen, il bimbo di due anni caduto e bloccato da quattro giorni in un pozzo di 23 centimetri di diametro e profondo 110 metri nei pressi di Totalán (Malaga), in Spagna. Sul posto è giunta anche una compagnia svedese che riuscì a localizzare 33 minatori cileni bloccati 69 giorni sotto terra dopo una frana. Col passare delle ore si affievolisce però la speranza che il piccolo sia ancora vivo: come se non bastasse, la prima modalità di salvataggio contemplata dai vigili del fuoco è stata già scartata.



Il primo tentativo dei soccorritori di raggiungere il bimbo consisteva nello scavare un tunnel orizzontale, perpendicolare al pozzo. Questa opzione è risultata essere impercorribile a causa dell'elevata instabilità del terreno. Per questo motivo, si sta pensando ad un'alternativa, quella di tentare di salvare il piccolo sia attraverso un nuovo tunnel verticale sia attraverso un tunnel obliquo.

I genitori di Julen, da domenica scorsa, non si sono mossi dai pressi del pozzo. Per loro è un nuovo dramma, dopo aver perso, nel 2007, il loro primogenito, di tre anni.

«Con mia moglie siamo a pezzi, siamo morti. Ma abbiamo ancora la speranza che Julen sia vivo». Enormemente provato, José Rossello, il padre  ha lanciato un appello a continuare le operazioni di salvataggio, perché si è detto convinto che «rivedrò vivo mio figlio». In dichiarazioni ai media, ha ringraziato per l'appoggio che con la moglie Vicky stanno ricevendo da «tutte le persone che ci danno forza, le imprese che offrono aiuto, gli psicologi, la guardia civile e tutti quanti stanno lavorando giorno e notte senza tregua». Alla durezza della situazione, si unisce la stanchezza dei genitori, che da domenica non si sono allontanati dalla zona, in cui le squadre di soccorso lottano contro il tempo. «Abbiamo un angelo che ci aiuta a che Julen esca fuori vivo», ha detto José, riferendosi all'altro figlio, il primogenito morto all'età di 3 anni. Quanto al ritrovamento nel pozzo dei capelli, i resti biologici che coincidono con il Dna di Julen, il papà non ha mostrato sorpresa: «Per molti lo sarà, non per noi, che lo sapevamo». Intanto i tecnici hanno deciso di intubare le pareti della cavità lunga 110 metri per 25 cm di diametro dov'è precipitato il bambino, per fortificarle alla luce delle «difficoltà tecniche» sorte nella costruzione dei due tunnel, uno parallelo, l'altro orizzontale, attraverso i quali i soccorsi cercano di arrivare al piccolo che secondo gli esperti potrebbe essere ancora vivo grazie all'afflusso di aria garantito dalla conformazione del pozzo.

A confermarlo sono fonti della guardia civile, che coordina i lavori.

La parte finale delle due gallerie sarà scavata dal gruppo di minatori esperti giunti dalle Asturie e dall'impresa svedese Stockholm Precision Tools AB, che localizzò e trasse in salvo i 33 minatori imprigionati in una miniera in Cile nel 2010.


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA