Bimba di due anni muore soffocata da un salamino, la famiglia accusa i soccorritori

Bimba di due anni muore soffocata da un salamino, la famiglia accusa i soccorritori
di Federica Macagnone
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Venerdì 23 Agosto 2019, 17:03

Di quel pomeriggio in cui ha perso la sua bambina, Beth Ranger ricorda ogni istante. La piccola che diventava cianotica, i soccorsi, i tentativi frenetici di salvarla e l’ultima decisione, la più difficile: quella di staccare la spina quando ormai era stata dichiarata la morte cerebrale. Mia Atkins, bimba di 2 anni del Kent, in Gran Bretagna, morì soffocata il 30 giugno 2018. Ma a un anno di distanza i genitori sono ancora a caccia della verità: vogliono sapere se la loro piccola poteva essere salvata. Secondo quanto appurato dall’indagine sul decesso, la piccola venne intubata in modo errato. Saranno le ulteriori indagini, i pareri dei medici e infine i giudici a stabilire se qualcosa, e cosa in particolare, è andato storto.

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In quel maledetto pomeriggio d’estate Beth stava preparando la cena mentre i suoi tre figli giocavano. Quando i piccoli hanno iniziato a reclamare la cena, la mamma ha preso dei salamini e glieli ha dati. Poco dopo la tragedia: dalla stanza accanto sono arrivate le urla della sorellina più grande. Mia era diventata cianotica e non respirava. «Le usciva sangue dal naso e dalla bocca» ha ricordato Beth. La donna ha chiamato i soccorsi, ma è riuscita a parlare con qualcuno solo dopo tre tentativi.

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Quando i medici sono arrivati hanno intubato la piccola e l’hanno trasportata al Darent Valley Hospital, nel Kent. Ma, nonostante ogni sforzo, per la piccola era troppo tardi. Il primo luglio i medici ne hanno dichiarato la morte cerebrale e i genitori hanno deciso di staccare la spina. Una tragedia sulla quale ancora aleggia l'ipotesi dell’errore nei soccorsi: da un’indagine è emerso che il tubo endotracheale, che dovrebbe essere posizionato nella trachea per aiutare il paziente a respirare, era nell'esofago, che collega la gola allo stomaco.

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«La piccola è rimasta senza ossigeno sufficiente e in arresto cardiaco per circa 30 minuti, fino a quando non è arrivata in ospedale - ha detto l'avvocato della famiglia, James Weston - Le possibilità di sopravvivenza di Mia sono state ridotte a causa del tubo posizionato in modo errato».
Il paramedico del South East Coast Ambulance Service che ha posizionato il tubo è stato interrogato: sostiene di essere certo di aver fatto correttamente il suo lavoro. Adesso non resta che effettuare ulteriori indagini per scoprire se la piccola Mia poteva essere salvata.

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