Bielorussia cede alle pressioni di Putin: manderà almeno 5mila soldati a combattere in Ucraina, schierati anche ex detenuti di Minsk

Bielorussia cede alle pressioni di Putin: manderà almeno 5mila soldati a combattere in Ucraina, schierati anche ex detenuti di Minsk
di Mario Landi
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Venerdì 20 Gennaio 2023, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 08:30

Uno - Alexander Lukashenko - è al potere dal 1994, l'altro - Vladimir Putin - dal 1999 con metodi che sono noti: repressione spietata del dissenso, con Putin che è più volte intervenuto anche con l'nvio di forze speciali per aiutare l'amico e alleato della Bielorussia a spegnere nel sangue le rivolte nelle piazze di un paese di poco più di 9 milioni di abitanti che ospita (almeno fino allo scoppio del conflitto in Ucraina) anche 9mila italiani. 

L'ultima volta avvenne nel 2020, quando Lukashenko faticò a imporsi "democraticamente" per avviare il sesto mandato presidenziale dopo elezioni al solito sospettate di brogli.

Logico che appena due anni dopo non abbia potuto dire di "no" a Putin che aveva ed ha bisogno del territorio bielorusso che confina per oltre 800 chilometri con l'Ucraina, ovvero gran parte del suo confine settentrionale. 

Le forze speciali inviate in Ucraina

 Proprio dalla Bielorussia nei primi giorni dell'invasione sono partiti gli attacchi più pericolosi dei russi per la capitale Kiev, che dista in linea d'aria poco più di 100 chilometri dal confine con i collegamenti agevolati anche dal fiume Dnepr.

Adesso però Putin alza il prezzo e non si accontenta di sfruttare le basi logistiche della Bielorussia, ma chiede a Lukashenko di inviare sul terreno anche i propri mezzi e soprattutto i propri uomini. L'alleato sa di non potere rifiutare la richiesta ancora a lungo, ma sa anche che le conseguenze interne potrebbero non essere più fronteggiabili. Sa che non può cavaresela come Putin che ha imposto il silenzio ai cittadini russi in lutto che piangono la morte dei loro figli, giovani soldati di leva mandati a morire per una guerra che doveva durare due settimane e che invece si avvicina ai 12 mesi con un prezzo altissimo di vite preceduto ben presto solo da quello della seconda guerra mondiale.

 

Lukashenko si è fatto in quattro, ha anche sfidato l'ira della confinante Nato accogliendo di recente batterie russe di sistemi missilistici S-400 e Iskander in grado anche di essere armati con testate nucleari. 

Ma Putin non si accontenta e in dicembre avrebbe strappato ben di più dell'ospitalità logistica: come scrive Andrea Nicastro sul "Corriere della sera", Lukashenko ha prima dato il via libera al reclutamento nelle squadracce della Wagner dei detenuti bielerussi che, come efferto ai "colleghi" in Russia, ottengono un forte premio in danaro (si parla di 20mila euro, la paga di due anni di un soldato di leva) e la ripulitura della fedina penale. Ancora poco per Putin che ha bisogno di carne da cannone per vincere la resistenza degli ucraini: aprire un fronte a nord con la Bielorussia gli darebbe inoltre il vantaggio di costringere Kiev a dividere le truppe su più versanti.

L'accordo con Lukashenko prevederebbe allora l'impiego immediato di almeno 5mila soldati bielorussi (un decimo dell'esercito nazionale impiegato di norma per reprimere le proteste interne) che fanno parte delle Forze speciali (volontari ben pagati). Questo primo gruppo è composto insomma da professionisti della guerra che hanno accettato premi per rischiare la pelle in Ucraina. Il passo successivo sarà quello di "convincere" anche i coscritti bielorussi a combattere oltre il confine magari senza essere schierati inizialmente in prima linea, ma nelle retrovie con compiti logistici o di polizia, una barriera anche per limitare le diserzioni dei soldati di leva russa.  

E' anche per questa novità che Zalensky chiede con urgenza nuovi aiuti all'Occidente. 

L'accordo fra Russia e Bielorussia è stato preceduto in queste settimane da esercitazioni aeree congiunte. Lo ha affermato il ministero della Difesa bielorusso spiegando che le esercitazioni, definite «di natura difensiva», dureranno fino al primo febbraio. Come si legge sull'account Telegram del ministero della Difesa bielorusso, unità delle forze aerospaziali russe sono arrivate negli aeroporti della Bielorussia

«Sono in corso esercitazioni di volo tattico congiunta delle unità aeronautiche delle forze armate della Repubblica di Bielorussia e della Federazione Russa, che fanno parte della componente aeronautica del raggruppamento regionale di truppe», si legge in una nota.

 

«Una suddivisione della 120esima brigata meccanizzata delle guardie separate ha iniziato a svolgere una serie di compiti di addestramento al combattimento», spiega il ministero. «Durante l'esercitazione di volo tattico saranno coinvolti tutti gli aeroporti e i campi di addestramento dell'aeronautica e delle forze di difesa aerea delle forze armate della Bielorussia», ha aggiunto il ministero in una nota.

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