Ucraina, Biden agli alleati: «Avanti con le armi a Kiev»

Videocall tra i leader: Putin non deve vincere. Sul tavolo sanzioni e un consorzio energetico

Ucraina, Biden agli alleati: «Avanti con le armi a Kiev»
di Francesco Malfetano e Flavio Pompetti
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Mercoledì 20 Aprile 2022, 00:59 - Ultimo aggiornamento: 14:56

«Continuare a fornire armi all’Ucraina, aumentando gli sforzi per far pagare alla Russia le sue azioni». Ieri il presidente americano Joe Biden si è collegato in videoconferenza con i leader che appoggiano la strategia di isolamento progressivo della Russia sul piano internazionale. Alla conversazione hanno partecipato il canadese Justin Trudeau, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, oltre che Emmanuel Macron, Boris Johnson, Olaf Scholz, il polacco Andrzej Duda, il giapponese Fumio Kishida, e il romeno Klaus Iohannis. E, ovviamente, Mario Draghi. Chiaro l’obiettivo: Putin non deve vincere la guerra.

I COMUNICATI

I comunicati che hanno fatto seguito al summit sono piuttosto scarni; parlano dell’ovvio impegno a sostenere la lotta per la difesa del territorio ucraino con uno stretto coordinamento tra le cancellerie, e con un’attenzione specifica ai contributi finanziari necessari per supportare il governo ucraino.

Si è parlato anche della necessità di agire in consorzio per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, in modo da tagliare il cordone ombelicale che lega la Russia all’Europa con le forniture di gas. Posizioni a cui è allineato lo stesso Draghi che, in collegamento da Città della Pieve dove è costretto dal Covid, ha premuto soprattutto sulla necessità di sostenere ancora Kiev con ulteriori «aiuti finanziari».

TANTI I TEMI

La durata della conversazione (un’ora e mezza) lascia pensare che i temi sul tavolo della discussione fossero però ben più numerosi. In una recente telefonata il presidente ucraino Zelensky ha chiesto a Biden che gli Usa adottino la sanzione più potente a disposizione nei confronti di Mosca: l’inserimento della Russia nella lista dei paesi che sponsorizzano il terrorismo. Lista al momento composta di sole quattro nazioni, tutte in rotta di collisione con gli Stati Uniti: Corea del Nord, Iran, Cuba e Siria. Una tale decisione avrebbe l’effetto di paralizzare gli scambi commerciali di prodotti dal doppio uso: civile e militare, ma renderebbe ancora più difficili le transazioni di Mosca con organismi internazionali come la World Bank e il Fondo monetario, e aprirebbe la porta a misure punitive contro la dozzina di paesi che ancora scambiano con la Russia. Biden non ha ancora risposto, ma il dibattito è nell’aria al Congresso. La questione dell’isolamento dell’aggressore dell’Ucraina sarà alla ribalta a Washington a partire da questa mattina, con l’inizio dei lavori della finanziaria del G20. 

 

IL SUMMIT

Il summit si apre con la partecipazione della delegazione russa, capitanata dal ministro per la Finanza Anton Siluanov, e questa presenza provoca grande imbarazzo per gli Stati Uniti, i quali hanno chiesto nelle ultime settimane l’estromissione di Mosca dal consesso. La decisione non è stata presa finora per l’opposizione dichiarata dal Brasile di Bolsonaro, e ripetuta ancora ieri alla vigilia della convocazione. 
La segretaria del Tesoro statunitense Janet Yellen prenderà parte alla conferenza per rendere omaggio, in primo luogo, al collega ucraino Sheriy Marchenko, ma eviterà di partecipare a sessioni con il russo anche se quest’ultimo apparirà soltanto in collegamento virtuale, come si apprende dalle ultime agenzie. 

LE ASSENZE

Assenti saranno anche i rappresentanti dei paesi del G7, uniti sul fronte della condanna. La Russia ha riscosso ieri una parziale compensazione dei tanti legami internazionali che sta perdendo, quando la cancelleria di Pechino ha confermato il suo impegno a proseguire sulla strada del Partenariato strategico che lega i due paesi. L’interscambio commerciale è salito a 38 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre, e la Cina propone ora di estendere ed ampliare l’accordo con la partecipazione dei paesi del Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). Per contro Mosca ha dovuto incassare un nuovo allineamento del Canada sul fronte delle sanzioni, che colpiranno quattordici oligarchi nell’entourage di Vladimir Putin, e due delle sue figlie.

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