Guru dei serpenti ucciso dal bacio del suo cobra. Prima di morire diceva: «Veleno? Sono immune»

Guru dei serpenti ucciso dal bacio del suo cobra. Prima di morire diceva: «Veleno? Sono immune»
di Francesca Pierantozzi
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Lunedì 19 Luglio 2021, 00:11 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 10:18

A Mangaldan, nel nord delle Filippine, lo conoscevano tutti come “Boy Ahas”, l’uomo serpente. Bernardo Alvarez, 62 anni, non amava parlare troppo. Nonostante fosse un cacciatore di cobra («li addomestico, sono immune al loro veleno») non era un esibizionista. All’inviato di una tv che nel 2017 era venuto a trovarlo a casa sua, una specie di capanna in mezzo alle risaie della provincia di Pangasinan, aveva preferito mostrare i segni sulla pelle, piccole cicatrici scure sulle braccia e sulle gambe, tutti morsi di serpenti, con cui fin da piccolo aveva imparato a coabitare, in quelle piane piene di vegetazione patria dei cobra, quello reale, quello con gli occhiali. «Non mi fanno più niente, troppe volte mi hanno morso, il mio corpo si è abituato al veleno» ripeteva semplicemente. Per questo quando lo hanno visto stramazzare per terra, il pomeriggio del 9 luglio, quasi non ci hanno creduto, hanno aspettato un momento prima di cominciare a gridare, di chiamare i soccorsi. “Boy Ahas” è finito sui siti di mezzo mondo, l’uomo serpente ucciso dal morso del cobra che mille volte aveva provocato, girato intorno al collo, lasciato che gli mordesse le mani, le braccia, le gambe. Gli abitanti di Mangaldan lo amavano e lo rispettavano, un po’ come un mago, un uomo dai poteri magici, un po’ perché li aiutava a tenere lontani questi animali pericolosissimi. 

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Guru dei serpenti ucciso, veleno micidiale

Il cobra che il 9 luglio lo ha ucciso era probabilmente un Naja Naja.

Il suo veleno è terribile, è simile al curaro, colpisce i nervi e il cuore, paralizza e fa precipitare la pressione del sangue, in pochi secondi può bloccare tutto, spezzando il respiro. È quello che è accaduto a Bernardo mentre intorno la folla acclamava per l’ennesima volta il suo “Boy Ahas”: lui come al solito ha stretto la testa del serpente in una mano e se l’è avvicinata alla bocca, per un ultimo bacio. Ma è in quel momento, così hanno poi raccontato testimoni citati da diversi giornali locali, che il serpente è sfuggito alla presa e lo ha morso sulla lingua. L’effetto del veleno è stato folgorante. Bernardo è caduto in terra totalmente paralizzato. Inutili i soccorsi arrivati quasi subito. Le persone presenti non hanno potuto fare altro che omaggiarlo con una vendetta postuma: hanno catturato il serpente e lo hanno ucciso. 

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Quando la notizia che l’Uomo serpente aveva dovuto arrendersi al veleno, quegli stessi medici che fino a poco tempo fa andavano in tv per spiegare il “miracolo” di un uomo che sembrava immune ai più terribili veleni («i tanti morsi hanno funzionato come un vaccino» dicevano) hanno ora spiegato che «il morso del cobra del nord può uccidere in pochi secondi, che spezza in un istante il respiro, arresta il fluire dell’ossigeno nell’organismo e colpisce dritto al cuore».
Anche Tommy Wibowo, il medico che ha esaminato il corpo all’arrivo in ospedale, ha confermato che “i poteri” di Bernardo non erano abbastanza sovrannaturali: «I tanti morsi ricevuti durante la sua vita lo avevano in parte “immunizzato”, ma soltanto da piccole quantità di veleno. Il morso ricevuto in bocca è stato lungo, una grande quantità di sostanze tossiche sono entrate nell’organismo. Quel cobra secerne una sostanza composta da micotossine, cardiotossine, neurotossine e citotossine, un cocktail micidiale». 
Tra la folla che ha assistito alla morte di Bernardo c’era anche sua sorella, Teresa Oca. «Un poliziotto e un medico sono arrivati quasi subito, ci hanno detto che non sentivano più il polso, hanno tentato di rianimarlo, ma non c’è stato niente da fare. Era lì teso, tutti i muscoli paralizzati. È stato terribile, e adesso mi chiedo come faremo ad accettare quello che gli è successo».

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Funerali da eroe

Soltanto tre giorni fa sono stati organizzati i funerali. È stata una grande cerimonia, che ancora dura, perché l’inumazione ci sarà questa settimana. I bambini della città lo celebrano come un eroe: lui c’era sempre quando occorreva catturare uno di quei serpenti che da subito devono imparare ad evitare. Il cobra che ha ucciso “Boy Ahas” era riuscito a infilarsi tra le strade di terra del paese. Per questo tutti lo avevano particolarmente acclamato quando si era avvolto attorno al collo quel serpente luccicante, per questo avevano applaudito quando lo aveva avvicinato al volto, dicendo agli altri di non aver paura, che lui era più forte, perché lo aveva “addomesticato”.

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