Resta il fatto che un episodio così inquietante avrebbe meritato ben altra attenzione, soprattutto per fornire un adeguato sostegno psicologico non solo alla bimba abusata, ma anche ai due aggressori, vista la loro età. "Sono molto preoccupata per quello che è successo - ha detto l'esperta di sicurezza informatica Susan McLean - E' un fatto molto grave, non solo per quanto riguarda l'aggressione, ma anche perché la scuola non ha fatto altro che "nascondere la polvere sotto il tappeto", minimizzando così la questione, come se nulla fosse accaduto. Invece sarebbe stato necessario un intervento, anche alla luce delle possibili deviazioni e delle cattive influenze che l'uso di internet da parte dei più piccoli può comportare". McLean ha fatto l'esempio di un bambino di una scuola primaria che, dopo aver visto un video pornografico mostratogli da un suo compagno che lo aveva trovato su internet, aveva avuto bisogno di un lungo periodo di supporto psicologico.
Il caso, venuto alla luce in questi giorni, ripropone l'allarme lanciato in questo periodo a proposito dei comportamenti sessuali dei minorenni, che sembrano diventati ultimamente più aggressivi sotto la spinta della pornografia sempre più accessibile grazie ai telefonini, la cui diffusione tra i bambini sta rapidamente crescendo. Una situazione che ha portato a un incremento delle aggressioni sessuali anche tra i più piccoli, esattamente come nel caso dei due bambini di sette anni che, senza avere capacità di discernimento tra finzione e vita reale, hanno abusato della loro compagna attuando quello che avevano visto fare online.
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