Azerbaigian, al via a Baku il II Summit dei leader religiosi di tutto il mondo

Azerbaigian, al via a Baku il II Summit dei leader religiosi di tutto il mondo
di Elena Panarella e Rossella Fabiani
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Domenica 10 Novembre 2019, 16:44
Due giorni intensi per parlare di multiculturalismo, rispetto dei diritti umani, tolleranza, solidarietà interreligiosa, terrorismo e xenofobia. Al via il 14 e il 15 novembre a Baku in Azerbaigian il II Summit dei leder religiosi di tutto il mondo. I partecipanti sono 147, provengono da 60 Paesi e rappresentano 30 credi tra religioni e organizzazioni religiose. Tra le quali l’Università di Al-Azhar, l’Ordine dei Bektashi, la Commissione dei musulmani del Caucaso, la Commissione spirituale centrale dei musulmani della Russia, il Consiglio spirituale musulmano ceceno, la Chiesa copta ortodossa di Alessandria, il Consiglio spirituale musulmano del Daghestan, la Dar Al-İfta Al-Quds di Gerusalemme, la Dar Al-İfta del Cairo, i drusi, la Chiesa ortodossa georgiana, il Patriarcato greco ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente, l’induismo, il buddismo, il giudaismo, il luteranesimo, la Chiesa maronita di Antiochia, l’Esarcato patriarcale di tutta la Bielorussia, la Chiesa ortodossa russa, il Patriarcato di Mosca e di tutta la Russia, la Presidenza degli affari religiosi della Turchia, la Chiesa cattolica di Roma, il Consiglio dei mufti della Russia, i mandai, la Chiesa ortodossa serba, i sikh, la Commissione spirituale dei musulmani del Tatarstan, la Chiesa ortodossa siriaca, il taoismo, lo zoroastrismo e The Art of Living (İnduismo). 

Tra i 60 Paesi oltre all’Italia e allo Stato del Vaticano anche l’Afghanistan l’Algeria, l’Iran, l’Arabia Saudita, Israele, Siria, Bosnia, Repubblica democratica del Congo, Angola, Colombia, Giappone, Kuwait, Giordania, Pakistan, Georgia, Marocco, Emirati Arabi Uniti, Malesia e Tanzania. Mentre tra i partecipanti sarà presente anche Baba Edmond Brahimaj il capo mondiale dei bektashi un ordine sufi fondato nel XIII secolo da Hajji Bektash Veli con fedeli in tutto il mondo che di recente è stato anche ricevuto da papa Francesco. Non solo. Ci saranno anche il Patriarca Kirill, Haim Yitshak Ehrenberg, capo della comunità ebraica di Berlino, Isaak Haleva rabbino capo di Turchia, Maulana Muhammad Khan Sherani membro della Jamiat Ulema-e Islam del Pakistan, John Onaiyekan arcivescovo di Abuja e Matthew Hassan Kukah vescovo cattolico di Sokoto entrambi dalla Nigeria, Jose Luis Perez-Medel arcivescovo del Perù, Yahya Pallavicini vice presidente della comunità musulmana italiana e imam della moschea di Milano, il metropolita Ilarion presidente del dipartimento per le relazioni tra chiesa e chiesa esterna del Patriarcato di Mosca, il metropolita Kirill metropolita di Ekaterinburg e Verkhotursky, il metropolita Pavel metropolita di Minsk e Slutsk Patriarcale Esarca di tutta la Bielorussia e leader della Chiesa bielorussa ortodossa, il metropolita Vikentiy metropolita di Tashkent e Uzbekistan.

Unica donna tra i quasi duecento partecipanti Anggia Erma Rini, presidente della Nahdlatul Ulama Fatayat dall’Indonesia. I temi che saranno affrontati nei due giorni sono divisi in panel e saranno moderati rispettivamente il primo giorno da Ali Ahmedov, presidente del comitato organizzativo del summit e vice primo ministro della Repubblica di Azerbaigian; dall’Archimandrita Filarete, vice presidente delle relazioni esterne della Chiesa del Patriarcato di Mosca, Chiesa ortodossa russa; da Muhammed el Sammak, del Centro internazionale Kaiciid per il dialogo interculturale e interreligioso. Il secondo giorno i panel saranno moderati da mons. Khaled Akasheh - capo del dipartimento del dialogo con l’Islam nel Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, Santa Sede; da Halit Eren, direttore generale dell’Ircica e da Samad Seyidov membro della Mili Majlis (Assemblea Nazionale), capo della Commissione parlamentare per le relazioni internazionali dell’Assemblea Nazionale dell’Azerbaigian e presidente della delegazione dell’Azerbaigian presso l’Apce. 

Gli argomenti delle sessioni sui cui si confronteranno i partecipanti sono: il ruolo dello stato azero nella promozione del multiculturalismo, della tolleranza e della solidarietà interreligiosa; il contributo dello sceicco-ul-Islam Allahshuku Pashazadeh allo sviluppo della cooperazione interculturale e interreligiosa come leader religioso e personaggio pubblico; i leader religiosi contro terrorismo, aggressività, xenofobia, islamofobia, antisemitismo e cristianofobia; l’importanza della cooperazione di leader religiosi, governo, scienza e personaggi pubblici nella protezione dei diritti di donne e bambini, nell’educazione dei giovani. La cerimonia di apertura la mattina del 14 vedrà il discorso del presidente della Repubblica dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev a cui seguirà quello dello Sheikh-ul-Islam Allahshukur Pashazadeh, presidente del Consiglio dei musulmani del Caucaso e i messaggi di saluto dei capi di stato e di governo, dei capi religiosi e dei capi delle organizzazioni internazionali.

Durante la prima riunione del comitato organizzatore del summit, tenutasi ad aprile scorso presso il Gabinetto dei Ministri, Ali Ahmedov ha sottolineato che «questo summit, voluto dallo stesso presidente Ilham Aliyev, è un altro passo concreto nel cammino intrapreso dall’Azerbaigian, che nel tempo non soltanto è diventato un Paese per importanti eventi internazionali, ma ha anche ospitato numerosi eventi con la partecipazione di leader religiosi diventando un centro del multiculturalismo. Nel 2010, l’Azerbaigian ha ospitato il primo vertice Baku dei leader religiosi mondiali. E l’imminente prossimo vertice internazionale a Baku cade in occasione del 70° compleanno dello sceicco-ul-Islam Allahshukur Pashazadeh che per questo sarà omaggiato oltre che dal presidente Ilham Aliyev, da tutti i partecipanti. L’evento sarà considerato come un contributo alla tolleranza religiosa in Azerbaigian da un lato, mentre i leader religiosi di diversi paesi e i rappresentanti di diverse confessioni religiose saranno in grado di scambiare opinioni su questioni che riguardano l’umanità». A conclusione della due giorni seguirà la lettura e l’adozione della Dichiarazione di Baku con i commenti finali di Ali Ahmedov e dello Sheikh-ul-Islam Allahshukur Pashazadeh. 
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