«Nonostante le difficoltà, salviamo vite ogni giorno: abbiamo fornito cibo a 140.000 bambini e curato più di 78.000 bambini per malnutrizione dall’inizio della crisi».
Il dato fornito dal rapporto s’inquadra in una situazione sempre più drammatica: da mesi il conflitto yemenita ha conosciuto una nuova fiammata di violenza con l’assedio a Hodeidah, città portuale di fondamentale importanza nella distribuzione di aiuti e merci in tutto il paese. Inoltre, lo Yemen è uno dei paesi più poveri del mondo ed è stato dilaniato da una terribile carestia negli ultimi anni. Il conflitto ha causato oltre centomila morti e migliaia di sfollati.
La guerra è iniziata con i bombardamenti dell’Arabia Saudita, sostenuti da una coalizione di altri otto Paesi arabi, contro le postazioni dei ribelli sciiti houthi, arroccati nel sud del Paese e sostenuti dall'Iran. Per comprendere le cause del conflitto bisogna però risalire al 2011 quando il presidente Ali Abdullah Saleh (alla guida del Paese da oltre trent’anni) ha lasciato il potere. La sua caduta, avvenuta su pressione dell’Arabia Saudita, ha ridato vita alle forze sciite, autonomiste, nel sud del Paese.
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