La ricetta escogitata dall’Arabia Saudita, in fondo, è semplice ma davvero particolare: offrire ai filmmaker internazionali due set che sono unici al mondo e completamente diversi tra loro: AlUla e Neom, il passato e il futuro. E’ una formula che ha già attratto registi di Hollywood, e non solo, che hanno scelto questi scenari per i loro film. L’ultimo, “Within Sand” (Dentro la sabbia) è in cartellone al Red Sea International Film Festival in corso in questi giorni a Jeddah. Ma molti altri ne verranno, almeno a giudicare dall’interesse che gli operatori stanno dimostrando anche attratti dalle facilitazioni economiche offerte che arrivano fino al rimborso del 40 per cento delle spese di produzione in loco.
AlUla, nel Nord-Ovest del Paese, è un’area di 22mila chilometri quadrati di deserto, massicci rocciosi e oasi che rappresenta un vero museo a cielo aperto perché non è soltanto una meraviglia naturalistica, ma comprende le vestigia archeologiche delle antiche civilizzazioni fiorite all’incrocio tra la Via della Seta e la Via dell’Incenso in uno scenario di deserto e di formazioni rocciose che ricorda la Monument Valley americana e racchiude un gioiello come Hegra, la città del Nabatei, con i suoi templi scavati nella roccia rossa simili a quelli di Petra, in Giordania, ma ancora più spettacolari.
Neom, invece, è in costruzione nella provincia settentrionale di Tabuk e sarà la prima “città verticale” del mondo: lunga 170 chilometri, larga soltanto 200 metri e alta altrettanto (il progetto non a caso si chiama “The Line”) racchiusa in una struttura di vetro che, all’esterno, sarà riflettente come uno specchio per integrarsi con la natura.
Nel set di AlUla sono stati già girati due film americani e uno saudita, oltre a molte serie tv e altre riprese sono in corso. E’ un successo notevole se si pensa che sono soltanto due anni che è nata l’idea di utilizzare quest’area per la cinematografia con la realizzazione di veri e propri studios. AlUla, inoltre, è la prima località dell’Arabia Saudita che è stata dichiarata dall’Unesco “patrimonio dell’umanità” e già da qualche anno è al centro di una capillare politica di promozione turistica con la costruzione di strutture ricettive di alto livello che vengono usate anche per ospitare attori e tecnici.
Il cinema, infatti, oltre a essere un nuovo business per questa regione, è uno strumento per farla conoscere e lanciare così anche il turismo che è uno dei principali obiettivi compresi nel programma “Vision 2030” elaborato dall’Arabia Saudita per lo sviluppo del Paese che si dichiara “proiettato nel futuro nel rispetto della tradizione e della sua storia”.
Della proiezione nel futuro, Neom è di sicuro l’esempio più clamoroso.
Il primo film girato a Neom, nella sua parte desertica, è “Within Sand” del regista saudita Mohammed Alatawi, che racconta la storia di Snam, un giovane mercante di tabacco (interpretato da Ra’ed Al Shammari) che è in viaggio con una carovana, ma che decide di rientrare al suo villaggio perché la moglie ha partorito in anticipo e si avventura da solo nel deserto dove incontrerà un lupo che diventerà la sua guida per tornare a casa tra mille difficoltà.
Ad AlUla, invece, le giornate di produzione sono già state ben 694 da quando è cominciata l’attività di questo maxi-set nel 2020. I film più importanti sono stati tre. Due americani: “Kandahar”, del regista Ric Roman Waugh con Gerard Butler e “Cherry” diretto dai fratelli Anthony e Joe Russo con Tom Holland. E il terzo saudita: “Norah”. Ma molte sono state anche le produzioni televisive, compresa la serie inglese “Expedition”. Senza contare i documentari e anche alcune pubblicità. Adesso nell’area di AlUla è stato aperto il cantiere di nuovi studios che saranno pronti per il 2023.