Anonymous, attacco hacker ai siti governativi russi. Facebook e Twitter rispondono al blocco di Mosca

Anonymous, attacco hacker ai siti governativi russi: «Contro la censura di Putin»
di Antonio Crispino​
5 Minuti di Lettura
Sabato 26 Febbraio 2022, 17:18 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 19:21

Lo “Stato” indipendente di Anonymus ha dichiarato guerra a Putin e alla Russia. E per il momento, il collettivo di hacker che appare in video solo mascherato, la sta vincendo. Venerdì aveva annunciato: «Se Kiev cadrà nelle mani dei russi continueremo ad hackerare Putin, saremo nella prima linea informatica in Ucraina». Hanno mantenuto la parola. Ieri - ha riportato il portale Ukrainska Pravda - sono stati colpiti i siti del Cremlino e del ministero della Difesa russo. La conferma è arrivata direttamente dal portavoce del governo Dmitry Peskov all’agenzia di stampa russa Tass. Un virus ha bucato i software e ha rubato e diffuso tutti i dati dei dipendenti del ministero: nomi, numeri di telefono, indirizzi email. Quasi nello stesso momento è stata colpita l’Agenzia spaziale russa.

Si tratta di virus conosciuti come DDoS.

Funzionano inondando un determinato sito web di traffico fake fino a interromperne il servizio. E’ lo stesso utilizzato per bloccare il sistema ferroviario rzd.ru Sarà stata una coincidenza ma dopo il cyber attacco l’esercito ucraino ha poi fatto saltare i collegaemnti ferroviari con la Russia. «Per impedire alle forze di invasione russe di usare le ferrovie per far entrare rifornimenti e rinforzi nel Paese, l’esercito ucraino ha fatto saltare la rete ferroviaria che collega l’Ucraina alla Russia». Ha annunciato il servizio ferroviario nazionale, secondo quanto riporta il sito di Kyiv Independent. E quei russi che hanno cercato informazioni fuori dal web, magari accendendo la televisione, si sono trovati sullo schermo e nei diffusori le canzoni popolari degli ucraini.

L’INIZIO DELLA CYBERGUERRA


La guerra che si sta combattendo nel cyberspazio è iniziata da un paio di mesi, secondo l’intelligence occidentale almeno dal 13 gennaio e si è intensificata il 23 febbraio, il giorno prima dell’aggressione sul campo. Da quel giorno attacchi informatici e quelli reali sembrano muoversi di pari passo. Persino le sanzioni e controsanzioni hanno un risvolto virtuale. Dalle 9 di ieri mattina la Russia ha reso inaccessibile Facebook agendo attraverso diversi provider di rete presenti sul territorio come Rostelecom, MTS, Beeline e MegaFon. Non si tratta di un incidente ma di una ritorsione dopo il “no” di Zuckerberg alla richiesta di Putin di allentare i controlli sulle notizie pubblicate da quattro media di Stato russi, vale a dire l’agenzia di stampa RIA Novosti, il canale televisivo Zvezda, i siti di informazione Lenta.ru e Gazeta.ru. Il ministero degli Esteri russo ha parlato di «gravi violazioni dei diritti e delle libertà fondamentali delle singole persone e dei cittadini russi». E poi ha limitato l’utilizzo anche di Twitter.

I big social non si sono fatti spaventare per niente e, anzi, hanno rilanciato. A partire proprio dalla società di San Francisco che ha bloccato la possibilità di registrare nuovi account russi mentre Facebook e Instagram hanno attivato nuovi filtri che segnalano i profili che creano contenuti classificati come “propaganda”. E chi su Meta di Mark Zuckerberg prova a collegarsi a pagine russe, come quella dell’agenzia di stampa Tass, viene avvisato da questo messaggio: «Contenuti multimediali controllati dal seguente stato: Russia». 

Non è possibile stabilire se tutti gli hackeraggi siano un’iniziativa del collettivo mascherato ma, di fatto, gli attacchi si sono moltiplicati dopo l’annuncio del 25 febbraio. «Anonymous - hanno scritto - rispetta il popolo russo che manifesta contro il loro governo. Voi siete noi e noi siamo voi!».

La battaglia informatica non prende di mira solo i russi ma anche tutti quelli che dimostrano vicinanza a Putin, come la Bielorussia o il leader ceceno Kadyrov. «Ha preso la decisione di affiancare le forze cecene in Ucraina - si legge in un messaggio di Anonymous -. Per questo abbiamo mandato offline il sito della Repubblica cecena».

In questa guerra, i social stanno svolgendo un ruolo anche di documentazione. Senza contare che sono lo strumento principale con cui gli ucraini comunicano con i loro parenti all’estero e grazie alla funzinoe Local di Facebook ricevono aggiornamenti sui loro movimenti o lo stato di salute attraverso la funzione Safety Check. Ecco perché gli hacker, oltre a violare account strategici russi hanno annunciato di lavorare «per garantire agli ucraini il perfetto funzionamento della rete internet».La guerra informatica allarma anche l’Italia. Si teme soprattutto per l’arrivo di un virus chiamato HermeticWiper, un malware che prima si intrufola nei dispositivi informatici e poi ne resetta ogni dato. L’Agenzia per la cybersicurezza italiana, infatti, ha invitato ad alzare le misure di difesa cibernetica e a non usare le piattaforme Discord e Trello dove sono state condotte «attività malevole» contro organizzazioni governative ucraine. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA