Annusa la moglie tutte le sere prima di andare a letto, lei chiede il divorzio

Annusa la moglie tutte le sere prima di andare a letto, lei chiede il divorzio
di Alix Amer
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Domenica 19 Maggio 2019, 21:28
Dieci mesi di matrimonio sono stati sufficienti per Nada, 27 anni, per capire che suo marito di 31 anni, aveva un disturbo «ossessivo-compulsivo». La loro unione è arrivata al capolinea «mi annusava tutte le sere prima di andare a dormire e controllava se avevo pulito tutto alla perfezione». Insomma non era solo una questione di igiene. E così Nada esasperata dall’insistenza del marito, ha chiesto il divorzio.

«Non potevo più vivere con un uomo che non riusciva a vedere la sua malattia, non era solo la fissa della pulizia, ma la sua morbosità nel controllo». «È una brava persona, rispettabile - racconta la ragazza - ma ha un disturbo ossessivo-compulsivo che mi stava facendo impazzire». Con queste parole, ha raccontato la ragione della richiesta di divorzio al suo avvocato che ha presentato la documentazione in tribunale.

«Che si voglia riconoscere o no, si tratta di una malattia. Controllava tutto quando pulivo casa, ogni angolo, ogni mobile. Verificava se tutta la polvere era stata tolta, se i piatti erano stati lavati bene, se c’era una macchia sul pavimento. Insomma è difficile far capire l’esasperazione a cui mi ha portato». Nada all’inizio pensava che si trattasse di uno scherzo, ma con il passare dei giorni il comportamento del marito diventava sempre più strano, più insistente. E quando ha iniziato «ad annusarmi dalla testa ai piedi per sentire il mio odore prima di andare a letto, non ho resistito più». Non solo. «Annusa ogni cosa e un’esigenza incontrollabile, non è normale».

Dopo l’ultimo litigio Nada ha preso le sue cose ed è tornata dalla sua famiglia, ha ripreso una vita normale ed ora ha chiesto il divorzio. «Purtroppo questi comportamenti compulsivi e ripetitivi nascondono un malessere psicologico di cui non sempre la persona si rende conto, come nel caso di mio marito - dice ancora Nada - causano seri danni e forti impedimenti alla sua vita lavorativa, sociale e di relazione come è capitato a noi».
 
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