L'albero di noce può uccidere la figlia allergica, la mamma vuole tagliarlo ma rischia il processo

L'albero di noce può uccidere la figlia allergica, la mamma vuole tagliarlo ma rischia il processo
di Francesca Pierantozzi
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Mercoledì 28 Luglio 2021, 07:08 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 02:58

Il noce di Trowse-with-Newton, villaggio ottocentesco a due chilometri e mezzo da Norwich, è bellissimo. Le fronde si alzano a più di 17 metri, le noci sono enormi, gustose. Da quasi un secolo è l'orgoglio degli abitanti del posto, e da circa due anni è l'incubo di Chantal Beck. I rami del grande noce si allungano sul retro del suo giardino, dove giocano le sue due figlie, Bonnie, 5 anni e Beau, di 6. Nel 2018 Chantal riuscì ad ottenere dal Consiglio del South Norfolk il permesso di tagliare i rami più lunghi: tre metri era stato il massimo che le era stato concesso. Non abbastanza per mettere al sicuro Beau: le noci la piccola non deve nemmeno vederle, è nata con un'allergia molto grave, potrebbe addirittura morirne secondo i medici. In un pomeriggio dell'estate del 2019 Beau ha avuto uno shock anafilattico, mentre giocava con la sorellina vicino all'albero.

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«Le noci cadono in terra, formano una specie di tappeto, si aprono, marciscono, e questo è bastato per metterla in pericolo di vita, in un attimo la sua gola, la sua lingua, perfino le orecchie, erano gonfie, ha rischiato di morire», ha raccontato Beck davanti ai membri del Consiglio provinciale per convincerli che il grande noce di Trowse deve diventare meno grande per salvare sua figlia.

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Pazienza per il paesaggio e per la maestà delle fronde, pazienza per i pittori che amano dipingerlo, o per le cartoline, ma bisogna tagliare di almeno cinque metri. Il paese si è spaccato, e una settimana fa è arrivata la sentenza: il Council ha deciso che no, non si può tagliare l'albero, che «una potatura di cinque metri» ne metterebbe a rischio la sopravvivenza. Il noce si trova nel terreno adiacente alla casa di Chantal, in una zona con vincoli paesaggistici e naturali. I consiglieri hanno notificato a Chantal che se taglierà i rami, la cosa finirà davanti al giudice e che faranno applicare «l'ordinanza che ne decreta la preservazione».
GLI SCHIERAMENTI
Di tecnici decisamente «troppo zelanti» parlano in questi giorni i cronisti della stampa locale.

La guerra del noce di Trowse è arrivata anche sulle pagine dei quotidiani nazionali, perché Chantal non intende cedere. Con lei si sono apertamente schierati almeno 17 residenti del quartiere, che hanno inviato lettere di sostegno o notificato il loro accordo alla potatura, come una sua vicina: «Forse non è facile capire per qualcuno che non abita qui, ma è molto doloroso per molti di noi immaginare di tagliare radicalmente il noce, ma se poi consideriamo le conseguenze pericolose che ci possono essere sulla salute di una bambina, mi dico che è semplicemente impossibile opporsi alla richiesta della madre».

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E invece si sono opposti. Più d'uno (ufficialmente undici con nome e cognome) hanno fatto sentire la loro protesta: c'è chi ha descritto il noce come «un punto di riferimento», chi si è esposto facendo notare che si tratta «dell'unico grande noce del nostro villaggio e che tutti noi amiamo la raccolta delle noci alla fine dell'estate», e perfino l'artista che lo dipinge e fotografa regolarmente e che ha parlato «della dignità della corona perfettamente formata». Davanti alla volontà di Chantal e all'eco che la vicenda ha cominciato ad avere, il Council del South Norfolk ha deciso di affidarsi a un mediatore nelle vesti della consigliera locale Lisa Neal: «Cercheremo in ogni modo di trovare un compromesso».
LA CRISI
«All'inizio pensavo che l'importante fosse che Beau non mangiasse le noci, passavo settimane a raccogliere quelle che cadevano, sapevo che lei non era nemmeno capace di aprirle, ma poi ha avuto quella grossa crisi e ho capito: ne cadono talmente tante da formare un specie di tappeto, e in un istante il suo sistema immunitario è andato in tilt». Ma la responsabile della conservazione del patrimonio naturale della regione, Imogen Mole, è stata inflessibile: «Se tagliassimo così tanto l'albero, andrebbe incontro a problemi permanenti, e probabilmente non sopravviverebbe».

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