Alireza Akbari, impiccato l'ex viceministro iraniano. «Spiava Teheran per gli inglesi»

Tensione Iran-Regno Unito per l'esecuzione di Akbari che era anche cittadino britannico

Alireza Akbari, impiccato l'ex viceministro iraniano. «Spiava Teheran per gli inglesi»
di Vittorio Sabadin
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Domenica 15 Gennaio 2023, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 08:55

Tra un'esecuzione e l'altra dei dissidenti che manifestano nelle strade di Teheran i boia iraniani hanno trovato il tempo anche di impiccare Alireza Akbari, un ex funzionario del governo (è stato viceministro della Difesa) accusato di essere un agente segreto del MI6, il servizio di spionaggio inglese. Akbari aveva abitato per anni a Londra e aveva due passaporti, iraniano e britannico, ma il governo degli Ayatollah non riconosce la doppia cittadinanza e le pressioni del Foreign Office per evitarne l'uccisione non sono servite a niente. Il primo ministro Rishi Sunak ha condannato l'esecuzione con parole molto dure, definendola «un atto codardo, compiuto da un regime barbaro senza alcun rispetto per i diritti umani del proprio popolo». Il ministro degli Esteri James Cleverly ha aggiunto che l'esecuzione «non rimarrà incontrastata», e ha convocato l'ambasciatore iraniano. Anche Teheran ha convocato quello britannico, per un inutile scambio di diplomatiche strigliate.

RAPPORTI TESI
La sostanza è che i rapporti tra i due paesi non sono mai stati così tesi e che l'esecuzione sembra essere la risposta all'appoggio che la Gran Bretagna ha dato alle proteste di piazza seguite alla morte della ragazza curdo-iraniana Mahsa Amini, avvenuta mentre era in custodia della polizia morale del Paese. Non si sa quando Akbari sia stato impiccato, ma mercoledì scorso era ancora vivo perché ha visto per l'ultima volta la sua famiglia. Era in isolamento, fisicamente e psicologicamente molto provato. In un messaggio audio trasmesso da BBC Persian aveva raccontato di essere stato «interrogato e torturato per più di 3.500 ore» dal 2019, anno dell'arresto avvenuto durante una sua visita in Iran. «Hanno piegato la mia volontà aveva detto -, mi hanno iniettato sostanze chimiche, portato alla pazzia e forzato a fare tutto quello che volevano. Con le minacce mi hanno fatto ammettere false accuse di corruzione». «L'Iran aveva concluso si sta vendicando del Regno Unito uccidendo me».

PROFUMO E CAMICIA
Akbari era stato accusato di avere ottenuto informazioni riservate dal segretario del Consiglio Supremo Nazionale, Ali Shamkhani, in cambio di una bottiglia di profumo e di una camicia.

Poi lo hanno incolpato di avere fornito a funzionari stranieri notizie riguardanti 178 esponenti iraniani, tra i quali il principale esperto nucleare del paese, Mohsen Fakhrizadeh. Lo scienziato fu ucciso nel 2020 dai colpi di una mitragliatrice telecomandata nascosta in un'auto, un attentato che Teheran aveva inizialmente attribuito a Israele. In cambio, secondo i suoi aguzzini, Akbari avrebbe ricevuto dal MI6 l'equivalente di due milioni di dollari, contati fino all'ultima banconota: 1,8 milioni in euro, 256.000 sterline britanniche e 50.000 dollari.

Anche gli Stati Uniti avevano rivolto un appello all'Iran affinché non uccidesse Akbari e la Francia ha ora convocato l'ambasciatore iraniano. La Farnesina ha condannato «con massima fermezza l'orrenda esecuzione» e chiesto all'Iran di «interrompere questa barbara spirale di violenza contro chi manifesta pacificamente e legittimamente». La titolare del Quai d'Orsay, Catherine Colonna, ha detto che «le ripetute violazioni del diritto internazionale dell'Iran non possono rimanere senza risposta». Sanam Vakil, esperto di Iran presso il serbatoio di cervelli Chatham House, ha spiegato ai microfoni della Bbc che la morte di Akbari viene usata dal regime iraniano per suggerire che una «pesante mano esterna» sta alimentando le proteste antigovernative, e per dimostrare che l'Occidente «sta cercando di destabilizzare la repubblica islamica».

CACCIA ALL'INFILTRATO
Negli ultimi anni l'Iran ha arrestato numerosi iraniani con doppia nazionalità o residenza straniera, principalmente con l'accusa di spionaggio e di minacce alla sicurezza nazionale. Due cittadini britannico-iraniani, Nazanin Zaghari-Ratcliffe e Anoosheh Ashoori, erano stati rilasciati e autorizzati a lasciare l'Iran nel 2022 solo dopo che il Regno Unito aveva saldato un vecchio debito con Teheran. Altri due anglo-iraniani rimangono in detenzione, e tra questi c'è Morad Tahbaz, che è pure cittadino americano. La presa di ostaggi è ormai una tradizione nei rapporti tra l'Iran e l'Occidente, che ne è uscito spesso pagando il prezzo materiale e politico del riscatto. Forse è ora di cambiare strategia, e di rispondere con la fermezza che i ministri degli Esteri di Gran Bretagna e Francia dicono di voler usare.

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