I bimbi di Bergamo salvano un orfanotrofio africano, 1000 polli in dono per il Pollaio della Salvezza

I bimbi di Bergamo salvano un orfanotrofio africano, 1000 polli in dono per il Pollaio della Salvezza
di Franca Giansoldati
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Martedì 28 Marzo 2023, 18:20 - Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 10:07

Quando mille polli fanno la felicità e la vita è un intrecciarsi curioso di destini: stavolta il filo invisibile è riuscito ad allacciare dei vispi ragazzini di Bergamo, cresciuti tra playstation e vitamine, ai coetanei di un misero orfanotrofio del Kenya, sulla costa dell'Oceano indiano, nella zona di Chembe dove a portata di mano non ci sono mai tanti mezzi, e si va tutti scalzi sulla terra rossa. La direttrice di quella struttura tempo fa si era confidata con un prete bergamasco, don Gigi Ginami, parlandogli delle difficoltà esistenti a far quadrare il cerchio ogni mese. I sussidi del governo sono  insufficienti e per quei 24 ragazzini che vanno dai 4 ai 17 anni significa spesso non poter avere nemmeno cibi buoni e abbondanti sulla tavola. La storia del Joyous Children Home ha fatto breccia nel cuore dei bambini italiani che attraverso un rapidissimo tam tam tra le parrocchie bergamasche, rompendo salvadanai a forma di porcellini e dando fondo ai propri risparmi accumulati con le paghette settimanali, hanno raccolto in poco tempo 4200 euro.

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L'Adasm (Associazione degli asili e scuole materne) ha aiutato poi a raggiungere la somma che serviva per costruire a Chembo un rudimentale allevamento di polli  da realizzare sul terreno agricolo dell'orfanotrofio.

Detto fatto: don Gigi che è uno molto pratico, si è messo il suo zaino sulle spalle, si è comprato un biglietto aereo per Mombasa facendo tre scali per spendere il meno possibile e da Chembe ha coordinato i lavori in loco, dando vita al sogno de pollaio. Praticamente la salvezza. Sì perchè il mini allevamento di 1000 polli è ora in grado di fornire uova, carne e pulcini da allevare grazie ad una incubatrice.

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«Il pollaio si sviluppa in 168 metri quadrati e si compone di due parti, una recintata da una rete metallica e una coperta in muratura per il ricovero notturno dei polli» racconta al Messaggero don Gigi, 60 anni, un passato di monsignore in Segreteria di Stato e poi tornato a Bergamo, la sua diocesi di origine, per far decollare mini progetti umanitari in giro per il mondo. «Ogni pulcino viene venduto a 200 scellini. MI sono detto: se ne vendiamo 1000 al mese otteniamo 200 mila scellini e con quella somma in Kenia si riesce a dare da mangiare ai bambini.

Uno scellino da quelle parti equivale a 1 euro e mezzo. Praticamente un bambino costa all'orfanotrofio più o meno 61 euro al mese» spiega, sottolineando il mondo capovolto che l'Operazione Polli è andata a scoperchiare ancora una volta. Da una parte chi ha tanto e dall'altra chi non ha nulla e nel mezzo il bisogno di creare delle reti umane capaci di solidarietà.

«Stavolta sono stati i polli, ma potrebbero esserci mille e mille altri progetti. Noi confondiamo il superfluo con l'essenziale mentre qui la parola essenziale recupera il suo valore». Ogni fase della costruzione del pollaio – mattoni forati, cemento e lamiera per fare il tetto – è stata ripresa con il telefonino, così come l'arrivo della incubatrice (che ha assorbito gran parte del denaro). Ne è uscito un filmato divertentissimo mandato in pillole su TikTok sotto il nome di Fondazione Santina, una specie di marchio che campeggia rosso e bianco sull'ingresso del pollaio. «Benvenute nella nuova casa galline, fate tanti pulcini».

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Don Gigi non è nuovo a avventure del genere: da anni gira negli angoli del mondo più disastrati, individuando situazioni estreme di necessità da trasformare in un pronto intervento umanitario grazie a cifre che non superano i 10 mila euro. Visto che non sempre è facile trovare donatori si è inventato un modo per raccogliere denaro andando di parrocchia in parrocchia, tra la gente, bussando qui e là e offrendo in cambio le sue storie missionarie narrate nei libretti Volti di Speranza che ormai sono una collana. Ogni copia viene venduta a 5 euro. Spesso per don Gigi sono state avventure rischiosissime e azzardate, come quando si è avventurato da solo nella parte amazzonica peruviana per salvare le ragazzine andine poverissime dalla schiavitù sessuale. Portate via con l'inganno, sotto la promessa di un lavoro in città, molte muoiono senza che nessuno sappia nulla; la maggior parte di loro vive in schiavitù ma nessuno le va a cercare in quella regione fuori controllo dove vige la legge del più forte. 

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