«La radicalizzazione - dichiara Pouillat - è lungi dal rappresentare un problema maggiore dei nostri servizi pubblici e lo Stato ha adottato in questi anni delle misure di cui alcune funzionano bene. Ma su queste tematiche basta un solo caso ed esistono ancora delle lacune che bisogna colmare».
Il deputato, ricorda, in particolare, che in questo caso radicalizzazione significa legittimare ogni forma di azione violenta contro lo Stato. «Non va confusa con una pratica rigorista della religione, il fondamentalismo o gli oltraggi alla laicità», precisa. Secondo il rapporto, la radicalizzazione nei servizi pubblici è comunque "marginale". Settori cruciali come la sicurezza o l'istruzione sono poco toccati dal fenomeno, mentre il rischio continua e progressi restano da intraprendere nei penitenziari, il sistema sanitario o, appunto, i trasporti pubblici. Qualche anno fa, la Ratp - il grande gruppo che gestisce il trasporto pubblico parigino, citato diverse volte per casi di islamici radicali tra i propri dipendenti, come gli autisti dei bus - pubblicò addirittura una 'Guida della Laicità' ad uso interno.
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