Aborto Usa, diritto negato. Biden: «Donne in pericolo»

I giudici hanno annullato la sentenza «Roe vs. Wade» che garantiva fino ad ora il diritto all’interruzione di gravidanza nei vari Stati

Usa, corte suprema abolisce sentenza sul diritto all'aborto
di Anna Guaita
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Venerdì 24 Giugno 2022, 16:20 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 11:03

«Un giorno triste per la Corte Suprema e per il Paese. È a rischio la salute delle donne». Il presidente Joe Biden è intervenuto ieri con passione e indignazione poche ore dopo la notizia che la Corte Suprema aveva ribaltato la decisione “Roe versus Wade” che dal 1973 garantiva la tutela federale alle donne che volevano l’aborto. Con la decisione di ieri la Corte ha ritirato un diritto costituzionale che le donne americane hanno avuto per 49 anni. Il parere finale, scritto dal giudice Samuel Alito, ripudia con parole inusitatamente brusche la decisione dei loro predecessori del 1973, e allo stesso tempo annulla un’altra decisione che nel 1992 aveva riconfermato e allargato quel diritto. 

DECISIONE DECENTRATA 

La decisione trasferisce la questione del diritto dell’aborto ai singoli Stati. E ce ne sono almeno 26 che avevano già preparato leggi locali che lo vieteranno. L’America in tal modo si divide in due parti l’America blu più tollerante composta soprattutto dagli Stati lungo le due coste, come New York, New Jersey, Massachusetts, California, dove l’aborto verrà protetto, e l’America rossa, repubblicana ed evangelica, rappresentata soprattutto dagli Stati del Sud, incluso il Texas, che invece da ieri vietano l’aborto. Tra questi 26 ce ne sono alcuni che hanno adottato leggi di eccezionale estremismo, e che impediscono l’aborto anche in caso di stupro o di malattia della madre e sin dal momento della concezione, in tal modo negando anche il ricorso alla pillola del giorno dopo. Le donne e i medici che violeranno le leggi saranno puniti con pene pecuniarie eccezionali e addirittura la prigione. Vari studi prevedono che queste nuove regolamentazioni ricadranno soprattutto sulle spalle delle americane più indigenti e con minori salvagenti familiari. Il fatto non è sfuggito neanche alle Nazioni Unite, dove Michelle Bachelet, capo della sezione diritti umani ha reagito: «La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di porre fine al diritto all’aborto è un duro colpo per i diritti umani delle donne e l’uguaglianza di genere». 
 

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POSIZIONI ESTREME 

Erano anni che gli antiabortisti cercavano di ridurre l’accesso all’aborto negli Stati Uniti ma non avevano mai osato sognare una vittoria storica come questa, ottenuta grazie al fatto che durante la presidenza di Donald Trump (che ha twittato esultante «è la volontà di Dio») sono stati approvati per la Corte tre giudici di posizioni estremamente conservatrici, che pur avendo giurato nella fase di approvazione al Senato di vedere la legge sull’aborto come una legge oramai «accettata nel Paese», non hanno esitato a schierarsi con gli altri ultraconservatori della Corte per abolirla.

I tre giudici liberal hanno espresso il loro parere dissenziente: «Dissentiamo con dolore per i molti milioni di donne americane che oggi hanno perso una protezione costituzionale fondamentale» hanno scritto. La cancellazione di un diritto civile di cui almeno tre generazioni di donne avevano goduto potrebbe non essere l’ultimo passo indietro della società americana. 

Nel rifiutare il concetto che nella Costituzione ci sia una protezione per il diritto di aborto, il giudice Clarence Tomas ha affermato che la Corte Suprema dovrebbe «riconsiderare tutti i precedenti che proteggono l’accesso ai contraccettivi, alle relazioni tra persone dello stesso sesso e ai matrimoni tra persone dello stesso sesso». La maggioranza ultraconservatrice della Corte immagina cioè un ritorno a un’America degli anni Cinquanta, nonostante su tutti questi argomenti i sondaggi confermino che la maggioranza della gente è molto tollerante e aperta. Il presidente Biden ha criticato senza mezzi termini le posizioni estremiste che il partito repubblicano vuole esprimere, sottolineando «quanto esse siano lontane dall’opinione pubblica». Il presidente ha promesso tutto l’aiuto che potrà dare alle donne e agli Stati che continueranno a offrire l’aborto, ha sollecitato il Congresso a intervenire con una legge, ha insistito sull’estremismo della Corte e ha supplicato di manifestare in modo non violento, lanciando quello che promette di essere il grido di battaglia del suo partito per le elezioni di metà mandato il prossimo novembre: «Con il vostro voto potete avere la decisione finale». 

 

 

 

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