Abe e il discorso fotocopia, l'ira di Hiroshima e Nagasaki: copia e incolla del premier nel 75° anniversario

Abe e il discorso fotocopia, l'ira di Hiroshima e Nagasaki: copia e incolla del premier nel 75° anniversario
di Francesca Pierantozzi
4 Minuti di Lettura
Sabato 15 Agosto 2020, 09:17

È la ferita più profonda nella storia del Giappone, un trauma che ne ha segnato la storia, ne determina il futuro, e ne definisce ancora le scelte politiche, come quella di bandire il nucleare: «mai più». Le autorità di governo, a qualsiasi colore appartengano, ne rinnovanol'impegno soprattutto ogni 6 e 9 agosto, quando le due atomiche seminarono una morte sconosciuta su Hiroshima e Nagasaki, nel 1945. In occasione delle cerimonie commemorative dei bombardamenti che segnarono la fine della Seconda guerra mondiale, i leader giapponesi lo ripetono, da decenni: «mai più». Ripetono il concetto, ma da qualche tempo il premier Shinzo Abe lo ripete proprio con le stesse parole, uguali identiche, stesse frasi, stesso discorso fotocopiato, facendo attenzione soltanto a modificare il nome della città: «qui a Hiroshima», oppure «qui a Nagasaki», un copia-incolla che quest'anno, in occasione del 75esimo anniversario da quando Little Boy fu sganciato da Enola Gay, è suonato come un oltraggio insopportabile, il segno di un'indifferenza oscena, offensiva, nei confronti della memoria nazionale.

Coronavirus, Giappone come Trump: «Rivedremo il nostro contributo all'Oms»

LA SCOPERTA
Complici i software antiplagio, che con un clic sono in grado di determinare il grado di somiglianza tra due testi, un cronista del Mainichi Shimun ha scoperto che quest'anno il premier non ha fatto nemmeno lo sforzo di cambiare qualche paragrafo: a Hiroshima e poi a Nagasaki tre giorni dopo ha pronunciato lo stesso discorso (al 93% secondo il software, giusto i cambiamenti indispensabili dei nomi delle città, delle autorità presenti, delle date). Dopo attenta verifica (l'inizio è uguale, la conclusione idem, anche nelle virgole) il meticoloso cronista non ha potuto che tirare la triste conclusione: si tratta del più banale e disinvolto copia-incolla, per di più pubblicati sul sito della presidenza. La cosa non è passata inosservata e negli ultimi giorni le critiche e gli attacchi al governo si sono moltiplicati, per denunciare non tanto una leggerezza formale, ma una vera e propria colpa, un passo falso morale e politico.
IL NODO
Tanto più che il governo di Abe è sospettato di volere almeno in parte archiviare la tradizionale politica pacifista e anti-nucleare del paese. Koichi Kawano, 80 anni, responsabile del movimento pacifista della Prefettura di Nagasaki e uno degli ultimi hibakusha, come si chiamano i superstiti dell'Atomica (che tra Hiroshima e Nagasaki fece almeno 240mila morti), i discorsi commemorativi li ha sentiti tutti, e, davanti allo scandalo del copia-incolla non si è mostrato molto sorpreso: «il premier pronuncia lo stesso discorso ogni anno».

Premier giapponese: «Giochi olimpici nel 2021». Il Cio conferma: «E' il bene di tutti: resterà Tokyo 2020»

LE PAROLE
«Esprimo la mia sincera simpatia a coloro che continuano da allora a soffrire degli effetti della bomba atomica» ha detto e ripetuto il premier, a Hiroshima, poi a Nagasaki, e secondo alcuni anche l'anno scorso e due anni fa, ricordando con le stesse parole «l'orrore» e assicurando, con le stesse frasi, che «non accadrà mai più». Identico anche il finale in cui il premier giura (a Hiroshima) e ri-giura (a Nagasaki) che «il Giappone farà il massimo sforzo per realizzare un mondo finalmente libero dalle armi nucleari e per sempre in pace».
«Ridicolo» hanno commentato gli Hibakusha, che quest'anno hanno seguito le cerimonie in tv, a causa delle restrizioni anti-Covid. «Lo abbiamo sempre saputo che è solo bla-bla ha aggiunto Koichi Kawano Viene qui come per dire: eccomi, arrivederci, ed è già tanto se non confonde Hiroshima con Nagasaki. È una forma di disprezzo nei confronti dei sopravvissuti della bomba A». Ha espresso la stessa delusione e lo stesso scetticismo Haruko Moritaki: aveva sei anni quando Enola Gay lanciò' la bomba atomica sopra la sua casa a Hiroshima. Sopravvisse al fungo, quel 6 agosto, e poi è vissuto, fino a oggi, al contrario dei tanti che morirono di tumore negli anni e i decenni successivi: «Il premier Abe dice che resterà in ascolto di noi, superstiti della bomba atomica, ma non ha mai fatto niente. Solo parole e niente fatti, e i suoi discorsi fotocopia lo dimostrano bene».
 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA