ROMA - Vogue Italia si schiera contro la violenza sulle donne e lo fa a modo suo, con una cover story firmata da Steven Meisel e ispirata al cinema horror. Il fotografo ha ricostruito, infatti, l'atmosfera di alcuni set di celebri film in cui le donne sono vittime di violenze, dal «Silenzio degli innocenti» a «Shining» passando per i capolavori del maestro italiano del brivido Dario Argento come «Suspiria» e «L'uccello dalle piume di cristallo».
Tutto il servizio - pubblicato sul numero di aprile 2014 - gioca sul contrasto tra gli abiti e gli accessori delle maison più amate, tra pizzo sangallo, fiocchi e raso e la truculenza del sangue, il terrore che trapela dai volti delle modelle, la drammaticità delle situazioni.
«Ho pensato che proprio la moda, un mondo così mediatico e che sembra avulso da questioni sociali così tangibili e note, potesse supportare o meglio dovesse supportare la lotta contro questo fenomeno sempre più comune - spiega la direttrice di Vogue Italia Franca Sozzani.
Non è la prima volta che la rivista rappresenta realtà crude o controverse attraverso un'estetica che può sembrare patinata solo a un'analisi superficiale. Del 2007 è la cover story dedicata al No-War, nel 2008 uscì il primo Vogue total black al mondo contro la discriminazione verso le top di colore, nel 2010 si ricorda la copertina sul disastro ambientale nel Golfo del Messico e nel 2011 il numero-celebrazione delle modelle oversize.
«Mai come in questo momento la violenza sulle donne è impressionante, quasi un real horror show - conclude la Sozzani - e con uno stile Cinematic Vogue Italia vuole mandare un messaggio condannandola in modo assoluto e radicale».