Da Zuckerberg a Marchionne. Quando il look aiuta l'azienda

Da Zuckerberg a Marchionne. Quando il look aiuta l'azienda
di Fabrizia Argano
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Mercoledì 9 Maggio 2012, 22:36 - Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 23:31
ROMA - La felpa del fondatore di Facebook, l'ormai leggendaria dolcevita nera di Steve Jobs o, se vogliamo, il pullover dell'ad di Fiat. Vietati dall'etichetta per gli incontri mondani, per loro sono diventati un'uniforme inseparabile. Ma che c' dietro?


Eccolo Mr. Facebook. Nel giorno del grande appuntamento tra il suo social network e la finanza, il roadshow della sua azienda a New York, per quale mise ha optato il giovane milionario? Lo si poteva immaginare confondersi tra le giacche e le cravatte che imperano tra i big di Wall Street? Assolutamente no. Mark Zuckerberg non abbandona mai la sua felpa nera con il cappuccio, quella sua uniforme casual che lo rende così inconfondibilmente Mark Zuckerberg al resto del mondo.



Una scelta che ha turbato il tempio della finanza Usa, manco fosse il '29. L'analista finanziario Michael Patcher ha accusato il milionario 28enne di essere immaturo: “Dovrebbe avere più rispetto per gli investitori e le persone che vuole convincere a credere nella sua azienda. Non può essere sempre casual friday”, ha commentato a Bloomberg tv. E il suo look da “comodo venerdì” quando i canoni formali l'avrebbero voluto da “rigido lunedì” ha infiammato la rete, divisa tra i fan della rilassatezza e i paladini del dress code.



La felpa di Zuckerberg come l'ormai leggendaria dolcevita nera di Steve Jobs o, se vogliamo, come il pullover di Sergio Marchionne. Loro che potrebbero permettersi capi di alta moda ogni giorno diversi, scelgono ogni giorno, indipendentemente da chi vedranno o da ciò che faranno, lo stesso abbigliamento. Un look casual che in teoria non è concesso per incontri mondani, importanti o formali. Etichetta? “Who cares”, chi se ne importa. E allora, nell'album di fotografie sul web, troviamo l'ad di Fiat a colloquio con un impeccabile Mario Monti con il solito girocollo blu o il genio di Apple brindare a tavola con Obama con l'anonima maglietta scura.



I motivi. Semplice questione di comodità? O di stile? O ancora di trasgressione delle regole, modaiole o sociali, che siano? Le motivazioni possono essere varie, afferma il New York Times, ma “ogni uniforme manda un messaggio”.



Jobs non voleva oscurare il brand. Il quotidiano americano ricorda il commento di un ex dipendente di Apple, Steve Chazin a riguardo: “Jobs non voleva che nessuno oscurasse il brand. E questo includeva lui”. Sminuirsi con un capo anonimo perché a capo di tutto c'è Apple.



Marchionne e lo stile "flessibile". Anche per l'italiano appena nominato industriale dell'anno in Michigan sembra lo stesso. "Non indossare giacca e cravatta sta a significare che l'azienda è più flessibile e quello che davvero conta va al di là del modo di vestire", ha spiegato Cristiano Carlutti, ex dirigente Fiat al NYT.



Mr FB, un cappuccio non nasconde i miliardi. Così pure il fondatore di Facebook potrà anche nascondersi dietro il cappuccio della sua felpa ma il valore della sua azienda, cento miliardi di dollari, non si celerebbe neanche dietro a una montagna di felpe con il cappuccio.



L'insegnamento di Coco. Che la scelta sia stata fatta ad arte o meno, quei capi sono diventati un tratto distintivo del loro essere, li hanno resi immediatamente riconoscibili, unici. Perché, diceva Coco Chanel, per esserlo "bisogna essere diversi". E, anche se di certo non avranno mai indossato Chanel, loro lo sono davvero.
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