Con questo trasferimento, il brand conferma una tendenza che, con diverse strategie, ha iniziato a mettere in atto da tempo: trasformare Miu Miu in una vera maison del lusso. Se, infatti, la linea giovane di Miuccia Prada sfila a Parigi dal 2006, la volontà di Patrizio Bertelli, amministratore delegato del marchio, di accelerare lo sviluppo raddoppiandone il fatturato non è un mistero e, in tale ottica, il trasferimento nella capitale dell’Alta Moda permette alla griffe di acquistare ulteriore visibilità e competitività a livello internazionale. Inoltre, Miu Miu ha recentemente annunciato il suo ingresso sul segmento dei profumi in partnership con il gruppo americano Coty Inc, distribuito attraverso 133 negozi monomarca.
Lanciata nel 1993, la linea si rivolge a una donna «sofisticata e sensibile alle nuove tendenze» e negli ultimi anni, spingendo sul tasto del glamour con la creazione di pezzi ibridi, metà opere d’arte e metà capolavori della sartoria e dell’artigianalità, ha visto esplodere la sua immagine sulle copertine delle più importanti riviste di moda del il mondo. Ancora una volta, una maison che ha il concetto tutto milanese del prêt-à-porter, si allontana dalla sfera produttiva italiana. Un plauso alla lungimiranza e un po’ di dispiacere per un altro orgoglio nazionale che, a casa, sembra non riuscire a crescere.
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