La moda festeggia Giorgio Armani, il "Re" spegne 83 candeline

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di Gustavo Marco Cipolla
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Lunedì 10 Luglio 2017, 15:25 - Ultimo aggiornamento: 11 Luglio, 08:46

Di lui il nemico-amico Gianni Versace aveva detto "Io vesto le prostitute, Armani le donne più eleganti e un po' suore". Domani Re Giorgio spegne 83 candeline con il fascino da eterno ragazzo della moda che ama ancora regalare sogni griffati e non ha alcuna intenzione di abdicare cedendo la corona per la direzione creativa del suo brand. La carriera per Giorgio Armani inizia negli anni '60 come vetrinista per il concept store "La Rinascente" e, diversamente dalla sua generazione di colleghi, non è tanto lo sguardo couture tipico di Valentino o di designer delle forme che caratterizzava Gianfranco Ferrè a decretarne il successo. È l'occhio visual che intercetta le tendenze contemporanee, svecchiandole e rilanciandole con un nuovo appeal estetico, a fare di lui il Re indiscusso della moda.

 

I profumi, le linee giovani Armani Jeans e Junior per i più piccoli, Emporio Armani, la linea alta moda Armani Privé, che sfila nel calendario ufficiale dell'Haute Couture parigina, sono i tasselli di un mosaico studiato in ogni minimo particolare e destinato a diventare uno dei pochi imperi del fashion made in Italy ancora di proprietà italiana. Il debutto per il giovane stilista piacentino arriva con il trasferimento a Milano e con l'esperienza formativa da Nino Cerruti dove viene arruolato per disegnare la linea Hitman del marchio. Nel 1975 la prima collezione, che è un successo, e la fondazione dell'azienda che porta il suo nome.
Cate Blanchett, testimonial della fragranza "Sì", Sophia Loren, che dei candidi abiti couture ricamati ha fatto la bandiera italiana nel mondo, Kate Winslet, di Armani vestita sui più prestigiosi red carpet internazionali, sono solo alcuni dei nomi delle celebrity del grande schermo alla corte del Re. Per lui, come si legge nel libro a cura di Paola Pollo, firma di moda del Corriere della Sera, "I cretini non sono mai eleganti" e in un'intervista al Sunday Times, abbandonando la falsa diplomazia del mondo fashion, Armani ha dichiarato che "i gay non devono vestirsi da omosessuali. Un uomo omosessuale è uomo al 100%". Scatenando naturalmente le ire del web e delle associazioni Lgbtqi.

Ma Re Giorgio sa farsi amare da tutti e in particolare dai giovani, tant'è che dal 2013 (anno in cui ha anche inaugurato la nuova boutique romana in via Condotti) mette a disposizione il suo Teatro per le sfilate dei designer emergenti (in principio fu Andrea Pompilio, poi la stilista italo-haitiana Stella Jean per la presentazione della collezione donna spring-summer 2014). Appassionato di sport ha ideato e realizzato le divise per la Nazionale Italiana in occasione delle Olimpiadi di Londra nel 2012 con il suo brand EA7 e per il Chelsea, la squadra di calcio inglese. Negli anni '80 le sue giacche, i tailleur dai tagli maschili, l'eliminazione di orpelli e bottoni, le linee pulite e destrutturate rivoluzionano le passerelle, lanciando una nuova e riconoscibile idea di stile tutto italiano.
Diverse le collaborazioni dello stilista con il mondo del Cinema: suoi i costumi indossati da Richard Gere nel film cult "American Gigolò" del 1980, passando per le pellicole "Il cavaliere oscuro" e "The Wolf of  Wall Street" con gli abiti disegnati per il protagonista Leonardo Di Caprio. Buon compleanno al Re della Moda che a 83 anni continua ad essere il padrone indiscusso del suo regno made in Italy.

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