Quante volte vi sarà capitato di sentire una voce profetica che diceva: «L’orologio? Non serve più, oramai l’ora la possiamo leggere ovunque. Sul cruscotto dell’auto, sul telefono, sul frigorifero». Cosa rispondere a un’affermazione di questo genere se non: «È vero»? Eppure il vero problema non è l’orologio ma il tempo, che ci “insegue” inesorabilmente ovunque. Le tariffe telefoniche si pagano in minuti, il parcheggio, le auto e persino i fastidiosi monopattini si affittano a minuti. Per non parlare delle partite di calcio dove i minuti, come insegna José Mourinho (presente in questa pagina come testimonial Hublot), sono fondamentali per gestire una vittoria o recuperare una sconfitta. Poi call, webinar, dad e zoom, dove un contatore scandisce la fine del tempo a nostra disposizione. Quindi, quello che dovremmo realmente scrollarci di dosso non è l’orologio, ma il tempo, che troppo spesso diventa un’ossessione che incatena silenziosamente la nostra vita. In tutto questo qual è il ruolo dell’orologio? Semplice, è l’oggetto paradossalmente meno legato al tempo di tutti quelli che incontriamo ogni giorno.
La mattina, quando lo indossiamo, se lo abbiamo scelto con passione immancabilmente ci strapperà un sorriso.