Orologi Hublot, Augusto Capitanucci: «Noi, campioni come i big dello sport»

Protagonisti della Champions League con Kylian Mbappé ma anche al polso di Novak Djokovic e Mujinga Kambundji

Orologi Hublot, Augusto Capitanucci: «Noi, campioni come i big dello sport»
di Paolo Gobbi
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Mercoledì 27 Ottobre 2021, 09:00

Marca a suo modo unica nel panorama dell’alta orologeria, Hublot da una parte è attenta a preservare il suo savoir faire tradizionale, guidata dalla filosofia dell’essere sempre “differente e unica”, dall’altra è alla costante ricerca di innovazione, grazie ai materiali (l’oro inscalfibile Magic Gold, le ceramiche colorate, lo zaffiro) e alla creazione di movimenti di manifattura. Oggi la marca collabora con brand e grandi eventi (Coppa del Mondo Fifa, Champions League) e con i più brillanti ambasciatori del momento: Chiara Ferragni, Pelé, Kylian Mbapṕ, Usain Bolt, Novak Djokovic. Parliamo del mondo Hublot con Augusto Capitanucci, regional manager della casa orologiera.


Perché avete scelto Chiara Ferragni come brand ambassador Hublot?
«È un personaggio conosciuto in tutto il mondo, anche in Asia, dove stiamo crescendo a vista d’occhio. Per cui, in un’ottica di globalizzazione, racchiude tutti i nostri codici e la nostra voglia di aprirci a un pubblico più ampio, pur mantenendo l’esclusività del marchio».
 Tre su quattro dei vostri ultimi testimonial sono donne: oltre la Ferragni ci sono la chef stellata Clare Smyth e la velocista svizzera Mujinga Kambundji. Come mai?
«Sono delle eccellenze e questo per noi è fondamentale. In più, nel caso di Mujinga, il livello atletico e sportivo è tale da attrarre il pubblico maschile come quello femminile, intendo per prestanza e prestazioni. Nell’atletica, così come anche nel volley o nel tennis, quello che una volta veniva definito “gap” non ha più motivo di esistere».
 Gli orologi femminili sono acquistati come regalo dagli uomini o autonomamente dalle donne?
«Spesso accade che la donna accompagni il compagno a comprare un Hublot, lo vede, le piace e lo spinge verso l’acquisto: l’ascendente è forte.

Capita di vedere anche delle donne acquistare il proprio orologio: entrano sempre in due, a volte tre, quasi mai da sole e acquistano l’orologio facendosi consigliare dall’amica».


 Hublot e il calcio: continua a essere amore?
«Sempre di più. Il legame con Fifa e Uefa è ancora più stretto, ma anche con allenatori e giocatori e con le squadre, soprattutto Juventus e Chelsea. E poi c’è uno sviluppo di prodotto importante, soprattutto per ciò che riguarda gli orologi connessi, i Big Bang E».
 Per il mondo del pallone avete realizzato una versione dell’Unico Connected.
«Si tratta di un Hublot al 100%, con il modulo elettronico sviluppato da noi insieme a un gigante dell’elettronica. La cassa è quella dell’Unico 42 mm in ceramica, anche il cinturino e la chiusura deployante sono le stesse. Il programma di aggiornamento è quotidiano e avviene in automatico».
Alcuni pensano che l’orologeria stia morendo perché rimasta appannaggio soltanto degli ultra cinquantenni. È così?
«Assolutamente no. Hublot è richiesto anche dai ragazzi: lo vedono indossato da Chiara Ferragni e da Novak Djokovic o nel calcio con la Juventus e il Chelsea, oppure ai Mondiali, agli Europei... Tanti giovani acquistano il Classic Fusion o i Big Bang tradizionali: è vero, poi, che si tratta di generazioni per cui l’orologio non è più indispensabile perché c’è il cellulare, il tablet, ma è altrettanto vero che un genitore quando deve fare un regalo importante regala un orologio e questa tradizione difficilmente sparirà».

 

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