«Il senso dei gioielli sul web»

«Il senso dei gioielli sul web»
di Camilla Gusti
4 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Maggio 2023, 11:24
Lavorare con passione è come vivere una favola, se poi sei circondato di pietre preziose di valore inestimabile, il gioco è fatto. Katerina Perez ha avuto questa fortuna. Russa di origine e parigina di adozione, Katerina ha lavorato come giornalista freelance dal 2011 e due anni dopo ha fondato il sito web katerinaperez.com. Da allora è diventata una delle influencer più autorevoli nel settore dell’alta gioielleria. «Credo nell’importanza di una missione, e la mia è creare contenuti che mettano in risalto il lavoro degli artigiani di tutto il mondo». Ha 416 milioni di follower.
Da cosa nasce la sua passione per i gioielli?
«Fin da piccola sono stata circondata dall’arte e dalla bellezza: mia madre era specializzata in restauri di dipinti, mio padre si occupava di riportare in vita i mobili antichi. Solo ora mi rendo conto di quanto sia stata importante per me la loro influenza. Subito dopo gli studi ho lavorato per Tiffany & Co., Chaumet, Asprey e Boghossian in Bond Street e quindi ho preso il diploma di gemmologia presso The Gemmological Association of Great Britain. Dopo sette anni di lavoro nelle vendite, ho imparato molto sui gusti delle persone, desideravo spiegare ai clienti come il prezzo di un gioiello non sia dettato solo dal peso in carati, ma dall’artigianato, dall’innovazione, dalle idee e dai materiali. È così è iniziato tutto: la nascita del mio blog e le mie collaborazioni nel campo della gioielleria. Oggi vivo e lavoro a Parigi».
Da quando ha aperto il suo blog, quali sono state le esperienze più belle?
«Lanciando katerinaperez.com non avrei mai pensato che un giorno sarei diventata un’apprezzata editorialista. All’inizio della mia carriera ero solo una persona appassionata di gioielli. Ho vissuto bellissime esperienze: la prima quando ho ricevuto il premio Influencer of the Year all’International Jewellery London nel 2018. Poi quando mi è stato conferito il riconoscimento di Jewellery Influencer ai World Influencers and Bloggers Association (WIBA) Awards nel 2021. La cosa che conta è stata l’opportunità di rappresentare la gioielleria su un palcoscenico internazionale».
La pietra più bella che ha visto?
«Di recente due mi hanno lasciato a bocca aperta: la prima è la Regina d’Africa, un granato di tsavorite senza difetti di 73 carati di proprietà di Philippe Guilhem, il fondatore di Mashandy Jewellery. Il secondo è un rarissimo berillo rosso di 205 carati con un drago scolpito da Patrick Dreher. Questa pietra si trova ora alla Granada Gallery, fondata per esporre i tesori naturali da Jochen Leën».
Ha mai pensato di creare una linea di gioielli?
«Mi viene posta spesso questa domanda, ma in verità no, non ci ho mai pensato. Anche se sono appassionata di gioielli, questo fascino è incanalato nella comunicazione e nella creazione di contenuti, non nell’arte del design. Tanti gioiellieri fanno un lavoro straordinario e non c’è bisogno di una voce in più. Credo invece nella necessità di trovare una nicchia, e la mia è creare contenuti che mettano in risalto il lavoro degli artigiani di tutto il mondo».
Quali sono secondo lei le tendenze di quest’estate?
«Le collane a girocollo stanno conquistato il cuore di tante celebrità. Inoltre, la continua ossessione per i polsini e i braccialetti grossi. Per quanto riguarda le materie prime, le gemme colorate stanno andando a gonfie vele, così come i gioielli con materiali non convenzionali e i tagli di diamanti sorprendenti. In generale, i clienti vogliono sentirsi unici e quindi una tavolozza più varia di colori, forme e texture li aiuta a raggiungere questo obiettivo».
Gioielli e Generazione Z: cosa ne pensa di questa combinazione?
«È perfetta! La Generazione Z sta crescendo in un’epoca in cui i gioielli sono considerati un lusso quotidiano che può essere indossato in tutte le occasioni e non solo per eventi da red carpet o cene di gala. Sono aperti alla sperimentazione attraverso la stratificazione e l’impilamento dei gioielli, più di quanto non lo fossero le generazioni precedenti, che preferivano il pezzo unico e di grande effetto».
Qual è il nome di un gioielliere emergente che ha catturato la sua attenzione? 
«Clara Chehab, che ha lanciato il suo marchio omonimo proprio quest’anno. La particolarità di questa designer libanese è la capacità di mettere in risalto la bellezza delle gemme grezze, abbinando i minerali alle pietre sfaccettate in modo originale».

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