Lavinia Biagiotti sfilerà a Roma a settembre: «Il mio Rinascimento parte dalla Capitale»

Lavinia Biagiotti sfilerà a Roma a settembre: «Il mio Rinascimento parte dalla Capitale»
di Anna Franco
4 Minuti di Lettura
Venerdì 7 Agosto 2020, 18:53

«Sì, forse un po' di vacanze le farò anche io: qualche giorno a Fregene con in borsa bozzetti, ritagli di stoffe e idee e, poi, voglio passeggiare per Roma, perché essere romani e non godersi questa città è uno spreco». Lavinia Biagiotti Cigna, 41 anni, presidente e ceo di Biagiotti Group ha parecchio da fare nella Capitale: il 13 settembre, al tramonto, porterà sulla piazza del Campidoglio la sua collezione primavera/estate 2021 e la ellittica immaginata da Michelangelo sarà la passerella.

Coronavirus, Armani e Laura Biagiotti annullano le sfilate: «Si terranno a porte chiuse»

Perché Roma?
«Durante il lockdown, dopo amici e collaboratori, quello che mi è mancato di più è stata Roma, con l'energia e la creatività che sa trasmettermi. Ero a Guidonia, nella mia casa separata da un giardino dal nostro quartier generale e andavo tutti i giorni nell'azienda chiusa per non perdere il ritmo e quando pensavo alle future collezioni immaginavo di salire proprio la scala che porta al Campidoglio. In periodi brutti si va alla propria essenza».
Difficile ripartire?
«Ho pensato a tutte le misure di sicurezza e, poi, è stato come prendere un foglio bianco. L'ennesimo dopo la scomparsa di mia mamma Laura 3 anni fa. Mi sono lasciata alle spalle tutto il vissuto che avevo costruito dalla sua morte e cominciato nuovamente a giugno, quando abbiamo ripreso l'attività».
E con la settimana della moda di Milano come farete?
«C'è una grande collaborazione con Carlo Capasa, presidente di Camera Moda. Del resto nel loro logo c'è proprio l'ellittica di piazza del Campidoglio. Saremo comunque in calendario a Milano con un progetto digitale che inizia la sua narrazione a Roma per concludersi nel capoluogo lombardo. Credo che il futuro sia unire eventi reali e digitali: scegliere solo una modalità è un po' superato».
Siete stati i primi a sfilare a porte chiuse, a febbraio. Com'è stato?
«La scelta giusta per proteggere ospiti e addetti ai lavori, ma anche difficile. Ho preso quella decisione quando ho iniziato a leggere notizie allarmanti e ne sono orgogliosa, ma non mi ha soddisfatto pienamente. Siamo pur sempre una fabbrica di sogni. Anche per questo ho scelto Roma: è una vera fucina di visioni oniriche».
Che, però, da qualche tempo è anche piuttosto denigrata.
«Mi infastidiscono un po' le critiche. Trovo che sia soprattutto bella. Dovrebbe rivendicare il suo ruolo. Ho molti dolci ricordi qui».
Per esempio?
«Quando ero bambina andavo spesso con i miei nonni al Foro Romano: era il mio parco giochi. E, poi, ricordo i restauri proprio della Scala Cordonata finanziati dalla Laura Biagiotti, nel 1998. Mia mamma voleva che terminassero prima del Giubileo del 2000 e così è stato. Ogni pomeriggio andavamo a parlare con i restauratori e vedevamo la bellezza rinascere. Poi, facevamo una passeggiata e prendevamo un gelato: momenti davvero preziosi».
Cosa vedremo a settembre?
«Sarà un rinascimento romano e la collezione è ancora in divenire. Tante sfumature di colori saranno dedicate a questa città, con i suoi tramonti dorati, con la forza delle sue radici ben piantate nella pietra e quelle ali di libertà che ti mette il Ponentino. Vorrei che fossero abiti che diano conforto, perché li creo pensando sempre a come possano essere utili a me e alle donne. Ci sono tante tasche nascoste e forme fluide, che non ingabbiano il corpo. Sono capi amici, che aiutano le donne a star bene e a non farle rinunciare ai loro tanti ruoli. Finire in tuta, come durante il lockdown, fa perdere identità».
E la scenografia?
«Voglio salire su quella piazza in punta di piedi. Sarà molto pulita e leggera».
Quanti ospiti?
«I protocolli di sicurezza sono rigidi. Ci saranno addetti ai lavori, amici della casa e rappresentanti delle istituzioni, che hanno mostrato entusiasmo nella nostra iniziativa di portare le persone in piazza».
Avete intenzione di organizzare altri eventi nella Capitale?
«Considero quello di settembre non come un unicum, ma come un numero 0. È importante partire dal nostro territorio e aiutarlo. Siamo made in Roma anche per le lavorazioni: questa è la novella sostenibilità. Mi piacerebbe che nascesse un nuovo gran tour sull'asse Milano - Firenze - Roma grazie alla moda e sfilare in altre piazze capitoline anche più grandi».
La sua è un'azienda totalmente nelle mani della famiglia che l'ha fondata. Mai ricevuto proposte di acquisto?
«Esistiamo da 55 anni esatti. Quello che è cambiato è che il nuovo shopping non prevede più l'acquisto di borse, ma delle aziende stesse. Ed è tristissimo. Già mia madre aveva avuto offerte e io ne ho ricevute dopo la sua scomparsa e, poi, un paio in questi mesi difficili di lockdown. Esamino tutto, ma ho più voglia di andare avanti e di non perdere quel grande privilegio e quell'altrettanto grande responsabilità che è essere liberi».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA