Versace sceglie il lusso grunge: per Donatella lo stile è imperfetto

Versace sceglie il lusso grunge: per Donatella lo stile è imperfetto
di Paola Pastorini
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Sabato 23 Febbraio 2019, 11:33 - Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 17:51


Versace sceglie il lusso grunge. Donatella parte dalla constatazione che viviamo nell'epoca delle perfezione rarefatta di Instagram e dei social dove tutto è pulito. Troppo. Per questo è necessario un tocco di imperfezione che renda la moda (e la vita) più reale, che sporchi di vissuto e concretezza gli abiti. «Ci vuole l'imperfezione che è la nuova perfezione», spiega la stilista incontrando la stampa poco prima della sfilata.

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Questo ossimoro lusso e grunge lo sintetizza nel contrasto tra tessuti ricchi ed effetto consumato. I colori sono acidi, le lunghezze mini o maxi, i maglioni hanno tocco vissuto, i tweed sono tagliati a vivo e sovrapposti a elementi che richiamo il mondo bondage fatto di cinghie e lacci, le pellicce eco, le calzamaglie supercolorate abbinate ad abitini di seta. La safety pin, un classico Versace, usata per chiudere orli e spacchi rappresenta il lato grunge a cui si contrappone la ieraticità della catena greca, che diventa decoro classico. E poi i codici di Versace, che rimandano all'arte classica: le stampe coi monumenti come Vittoria, che prende il nome dalla statua omonima alla National Gallery.
 

 


IL RITRATTO
La V barocca che sta sulle sete ed è anche il nome della nuova borsa Virtus. Infine la t-shirt destinata a diventare culto con il celebre ritratto di Donatella Versace fatto nel 1995 da Richard Avedon per il lancio del profumo Blonde. In passerella l'infilata di bellissime, dalle sorelle Hadid a Maria Carla Boscono, a Kaia Gerber e, ultima uscita, la top model Stephanie Seymour che si commuove alle lacrime agli applausi dei fan.
Sportmax sceglie il classicismo futurista che si fonda sul tailleur rivisitato, lavorando su un ripensamento della giacca «smontata, studiata e ristudiata in chiave sartoriale», come spiega Grazia Malagoli, designer del marchio. Un lavoro che coinvolge silhouette, tagli, e accessori. Si parte appunto dalla giacca doppiopetto rinnovata nel volume e nella proporzione, che abbina tessuti diversi come il gessato o lo spinato, e che si indossa sopra al tubino di maglia; oppure che diventa vestito per metà (mentre l'altra è una gonna plissettata). C'è il cappotto double, il montone in cachemire con la schiena bombata, gli abiti di nylon leggeri. Ai piedi le nuove sneakers con suola dinamica e come accessorio cult i nuovi occhiali da sole nati dalla licenza con Marcolin.

«Questa collezione sono io al cento per cento, l'ho fatta da sola, quindi ogni elogio o critica saranno tutti miei». Parola di Anna Molinari, direttore creativo di Blumarine, che chiarisce come la collezione sia una quintessenza del marchio: le rose rosse, il maculato, le trasparenze, il pizzo, i maglioncini. «Invito tutte le donne a essere sempre femminili. Basta maxi piumini e jeans». Si parte dall'argyle nei toni pastello per mini, golfini, micro shorts, passando per le gonne a matita con il fiocco di taffetà sul retro al maglioncino animalier da indossare con i pantaloni neri. E ancora gli abiti con i motivi a rose rosse, che tornano stampate persino sugli impermeabili.

Bottega Veneta cambia stilista e vira verso la libertà, il piglio sexy ma asciutto. Daniel Lee, nuovo direttore creativo del marchio del gruppo Kering dopo l'addio di Tomas Maier, sceglie la voluttà del minimal per la sua collezione uomo e donna. I cappotti sono strutturati e paiono quasi come armature, da portare sempre con anfibi. Il motivo intrecciato, marchio di fabbrica diventa macro sulle gonne e cappotti, mentre la pelle è declinata in tubini sagomati, in cappotti a grandi tessere, in gonne a pannelli. Per lui la maglieria è stratificata, con lunghe maniche che escono dalle giacche. Bellissimi gli abiti vestaglia fatti di tessere scintillanti.

IL CERBIATTO
Marco de Vincenzo pensa a un ladylike distorto, una collezione-contenitore di tutte le sue cose preferite, a partire dal cerbiatto che fa da invito alla sfilata e torna come orecchino o decoro. Ci sono dal lurex al glitter, ai motivi ottici da «signora in acido». Francesca Liberatore fa un viaggio nello spazio. A 50 anni dallo sbarco sulla Luna la stilista romana immagina la sua space woman vestita di tulle, di trasparenze e pantaloni skinny. Trussardi riparte da Archive+Now, esplorazione dell'archivio affidata alle gemelle Giulia e Camilla Venturini, realizzata soprattutto per i social e online. È il progetto con cui il marchio torna in scena dopo essere passata nelle mani del fondo QuattroR. Intanto «stiamo lavorando sulla nuova strategia one brand one label e a un lusso contemporaneo più accessibile e milanese», chiosa Tomaso Trussardi.

 

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