Rullo di tamburi, il fashion month è ai blocchi di partenza. Da New York a Parigi passando per Londra e Milano, febbraio è il mese in cui vedremo sfilare le tendenze per l'autunno inverno 2022-2023. Dopo due anni di pandemia nel corso dei quali l'interrogativo che andava per la maggiore era come (e se) la moda sarebbe veramente cambiata per adattarsi ai tempi che corrono. La risposta non è ancora chiarissima: il dato di fatto è che anche chi aveva parlato di uscire dai ranghi con date alternative e sfilate digitali sta lentamente facendo marcia indietro. Cosa rimarrà? Probabilmente le dirette digitali delle sfilate, disponibili sui social dei brand e sulle piattaforme dedicate, che in alcuni casi serviranno per dare spazio ai giovani (letteralmente) brand emergenti.
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New York (11-16 febbraio)
Si parte Oltreoceano: la New York fashion week è in corso dall'11 febbraio, anche se la moda americana sembra non essersi ancora del tutto ripresa dalla ristrettezze della pandemia. Sarà assente Tom Ford, presidente del Council of Fashion Designers of America, che ha rinviato la sfilata per problemi di produzione. Tra i big ci saranno Marc Jacobs e Anna Sui (il 15 febbraio), mentre tra gli emergenti fari puntati su Peter Do , Khaite e Telfar (sì, il brand della famosa borsa sfoggiata da Alexandria Ocasio Cortez nonché da tutte le fashioniste più à la page della Grande mela).
E le sfilate dei primi giorni a New York sono anche il parametro di ciò che possiamo aspettarci per il prossimo inverno: sostanzialmente un party scintillante con tanto colore e paillettes un po' ovunque. Sembra definitivamente tramontato lo stile comodo che ha imperversato negli ultimi due anni, ma anche il minimalismo, come hanno dimostrato tute, piume e pellicce scese in passerella nelle ultime ore.
Londra (18-22 febbraio)
Più attesa dagli amanti dello street style, un po' meno dagli addetti ai lavori visto che negli ultimi anni non è riuscita ad emergere con un'identità forte (e poi le grandi maison sfilano tutte a Milano e Parigi). Quest'anno gli eventi fisici saranno 37, tra cui Erden, Simone Rocha e l'emergente Nensi Dojaka, che ha vinto l'Lvmh prize nel 2021, l'evento della Fondazione Louis Vuitton che ogni anno vuole far conoscere i nuovi brand. Dojaka, stilista albanese classe 1994, si è diplomata alla Central Saint Martin di Londra e si sta facendo conoscere per le sue creazioni in trasparenza con triangoli di tessuto (che manda a nozze i fan della tendenza cut out).
Milano (22-28 febbraio)
Un incubo per gli addetti ai lavori che dovranno spostarsi da un evento all'altro: 170 appuntamenti previsti in calendario, di cui 67 sfilate fisiche e 69 presentazioni.
Parigi (28 febbraio -8 marzo)
A Parigi si parte il 28 febbraio con la collezione finale del defunto designer Virgil Abloh per Off-White. In chiusura l'8 marzo Miu Miu, che dopo il boom degli anni Duemila ritornato negli ultimi anni agli onori delle cronache per aver riproposto la vita bassissima per questa primavera (a Sanremo ha vestito Francesca Michielin, per dirne una) e Chanel. Dior di Mariagrazia Chiuri sfilerà il 1 marzo e tornerà anche il brand cult The Row, visto l'ultima volta nella Capitale francese nel 2015. Non ci saranno Celine di Hedi Slimane e Alexander McQueen, che sfilerà a New York il 15 marzo.
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