A parlare è Sandro Ferrone, 83 anni, da 20 cavaliere del lavoro, patron del marchio romano partito come centro di abbigliamento all'ingrosso in via Turati, fino an raggiungere un fatturato di 40 milioni di euro nel 2018, attraverso un retail di 110 negozi monomarca in Italia e all'estero, e una produzione di circa 1000 capi l'anno, divisi in due gradi collezioni una per la primavera/estate e l'altra per l'autunno/inverno e flash di 3-4 capi ogni 15 giorni.
«L'azienda di famiglia - racconta l'imprenditore - lavorava con i negozianti vendendo all'ingrosso.
Eravamo sempre più forti. Così la srl è stata trasformata in società per azioni. Infine 30 anni fa è nato il mio marchio Sandro Ferrone. Era il 1989 quando ho aperto in via Nazionale la prima boutique. In vetrina c'era una collezione di abiti arancione. Così per celebrare questo trentennale ho voluto riproporre una capsule in quel colore, che non è mandarino o corallo come vuole Pantone ma proprio arancione. Un colore solare, estivo, che io suggerisco alle donne in un momento come questo, che tutto sembra andare male. Guardo in giro e vedo solo ragazze e signore vestite di nero, di colori scuri, cupi. Basta. Torniamo a sorridere, la depressione si combatte anche cominciando a colorare il proprio guardaroba».
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