Moda, con Gucci l'Italia sul podio del lusso sostenibile

Moda, con Gucci l'Italia sul podio del lusso sostenibile
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Venerdì 22 Aprile 2022, 21:31 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 22:29

Secondo il Circular Fashion Index 2022 di Kearney, l'Italia è il secondo paese sostenibile tra i principali produttori per quanto riguarda la moda. Nel lusso, il podio va alla maison fiorentina Gucci ma nella Top 10 della classifica generale c'è anche Ovs al quinto posto. Sul podio della classifica stilata dalla società di consulenza strategica, che valuta gli sforzi dei brand per estendere il ciclo di vita dei prodotti, restano Patagonia, The North Face e Levìs. La classifica ha riguardato quest'anno 150 marchi globali che rappresentano 20 paesi e 6 segmenti: sport e outdoor, intimo e lingerie, lusso, lusso premium/abbordabile, mass market e fast fashion. Il risultato generale sull'impegno sostenibile è ancora in salita per l'industria della moda che fatica a raggiungere la sufficienza (3 punti su 10). 

Solo il 7% dei brand, infatti, impiega oggi regolarmente materiali riciclati a fronte di un 39% che non li utilizza e un 54% che li usa esclusivamente per dettagli o prodotti selezionati.

Anche la comunicazione sulla cura del prodotto o consigli «etici» di utilizzo resta di nicchia: solo il 46% dei brand fornisce approssimativamente questi dettagli alla propria clientela, mentre il 44% non lo fa affatto. Dei 150 marchi monitorati il 35% è made in Germania, Francia e Italia. Resta fuori dalle prime posizioni la Francia che tuttavia raggiunge complessivamente, con i suoi 22 marchi, il punteggio più alto nel CFX (3.65), seguita dall'Italia (2.95) e Germania (2.63), con Esprit al quarto posto, Adidas nel primo quartile e Hugo Boss nel secondo. Gli Stati Uniti hanno un punteggio medio di 2.95 e dei rimanenti 16 paesi la Svezia è quello che ha ottenuto il punteggio migliore (grazie a Lindex), seguita dal Canada (con Lululemon) e Regno Unito (con Burberry).

LA VALUTAZIONE

Le performance di circolarità delle aziende sono state valutate su sette dimensioni, coprendo sia il mercato primario, ovvero la vendita di nuovi prodotti ai clienti (valutando la quota di tessuti riciclati, il peso della circolarità nella comunicazione del marchio, il livello di dettaglio delle istruzioni di lavaggio e la disponibilità di servizi di riparazione) che quello secondario (che include la vendita di seconda mano, i servizi di noleggio e la raccolta di indumenti usati). A ognuna delle dimensioni è stato attributo un punteggio per un valore complessivo da 1 a 10. Patagonia, Levìs e The North Face si confermano i migliori performer con una media superiore a 8 punti su 10 (rispettivamente di 8.50, 8.20 e 8.05). Il miglioramento del punteggio di Patagonia riflette un nuovo programma di noleggio avviato di recente dal brand con la piattaforma Awayco e l'uso di una quota maggiore di tessuti riciclati. Progresso sostenuto anche in Levìs dalla nuova capsule collection esclusivamente a noleggio, fatta di denim up-cycled realizzata con jeans vintage con il marchio «Ganni». Nel lusso la maison fiorentina è il primo brand sostenibile a livello mondiale e nella classifica globale è salita al sesto posto, le sono riconosciuti gli sforzi fatti con Gucci Equilibrium e la collezione Off the Grid, il miglioramento nella comunicazione e l'investimento in nuove iniziative di circolarità. Anche Ovs è salita in quinta posizione per aver aumentato la sua quota di tessuti riciclati dal 65% della collezione 2020, con l'obiettivo di raggiungere il 90% entro il 2025.

LA CHALLENGE

Sempre in tema di mostenibilità, Cartier aderisce alla «Ceo Carbon Neutral Challenge», la sfida lanciata nel 2019 dal presidente e ceo di Gucci Marco Bizzarri per affrontare la crisi ambientale globale, rafforzando il suo impegno a favore della transizione dell'industria verso un'economia sostenibile, nature-positive e a basse emissioni di carbonio.

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