«È difficile organizzare eventi fisici ma dobbiamo farlo, dobbiamo convivere con il virus, non possiamo aspettare che tutto si risolva»: così Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, ha dato il via questa mattina in Rinascente alla Milano Fashion Week, che prevede appuntamenti digitali e incontri veri e propri, come quello di oggi nel department store, che nelle sue vetrine e al quarto piano ospita 13 giovani brand made in Italy. «La moda è la seconda industria italiana ed è quella che esporta di più, non possiamo non dare - sottolinea Capasa - un segnale positivo, se ci chiudiamo in casa rischiamo di mandare a loro volta a casa tante famiglie.
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Tutti i brand hanno ricevuto istruzioni molto precise a tutela di tutti per convivere con il virus. La moda è scesa in campo contro il covid mettendo un sacco di soldi e producendo mascherine, ora è il momento di preservare le aziende, per questo abbiamo chiesto misure opportune al Governo, che purtroppo non sono specifiche, ma noi siamo i produttori del 41% della moda in Unione Europea, siamo i primi e dobbiamo preservare questo tessuto e ce la stiamo mettendo tutta, ora bisogna che lo facciano anche il Governo e l'Unione Europea».
Sul fronte del Governo, «abbiamo parlato con il primo Ministro e si è detto disponibile a essere al nostro fianco, stiamo studiando qualcosa insieme a lui a livello di messaggio. Ha manifestato la sua vicinanza al settore e la sua volontà di preservare l'industria e l'artigianato». Quella di Conte, dunque, potrebbe essere «una presenza simbolica in questi giorni o in occasione del green carpet digitale del prossimo 10 ottobre». Domani intanto prendono il via le prime sfilate fisiche, con le passerelle di Dolce e Gabbana, Alberta Ferretti, Fendi, N21 e Blumarine con il debutto del nuovo direttore creativo Nicola Brognano. «Abbiamo deciso di sfilare - racconta il 29enne calabrese alla guida stilistica della maison di Carpi - per dare un messaggio di positività e di ritorno alle normalità, ovviamente con le dovute precauzioni».
Certo, non è tutto come prima: a Milano in questi giorni sono attesi qualche centinaia di compratori, contro le migliaia che arrivano di solito. I francesi vista l'evoluzione del contagio oltralpe sono in forse, i russi invece arriveranno grazie a un permesso speciale di 120 ore ottenuto grazie al consolato italiano. Si spera nel digital, che a luglio ha fatto contare 16 milioni di utenti e che ora si pensa possa arrivare a 20 milioni di appassionati da tutto il mondo. Intanto da Prada, che presenta digitalmente la prima collezione firmata Miuccia Prada e Raf Simons, sono già arrivate tantissime domande di addetti ai lavori e non solo per il talk post sfilata dei due stilisti. Certo, «il digital non sostituisce l'emozione della sfilata fisica ma è grazie al digital - commenta Capasa - che andiamo avanti, durante il lockdown in italia il 24% degli acquisti online sono stati fatti da persone che non avevano comprato mai nulla con un device e come settimana della moda siamo stati i primi a livello di numeri nel digitale». Nonostante l'ecommerce, il 2020 andrà a chiudersi - prevede Capasa - «tra il 25 e il 30% in meno del 2019, ma speriamo che ci sia un recupero nella seconda parte dell'anno. Chi ha una forte presenza in Asia sta recuperando, meno chi ha i suoi mercati di riferimento in America ed Europa».
«Sarà una stagione al ribasso» non nasconde Piero Cividini, notando che «l'andamento generale è sotto tono».