Giorgio Armani sfila dal vivo e racconta la verità sul ricovero in ospedale: «Il mio futuro con chi mi è vicino»

Giorgio Armani sfila dal vivo e racconta la verità sul ricovero in ospedale: «Il mio futuro con chi mi è vicino»
di Paola Pastorini
5 Minuti di Lettura
Martedì 22 Giugno 2021, 06:39

Giorgio Armani libera l'abito e racconta la verità del suo marchio, parlando del passato, del presente e del futuro. Ieri la sua sfilata è stata la terza, e ultima, dal vivo della settimana maschile di moda milanese. E per la passerella un ritorno al passato, ovvero in via Borgonuovo 21, prima di trasferirsi nel teatro firmato dall'architetto giapponese Tadao Ando, inaugurato nel 2001. «Volevo un luogo rappresentativo, un ritorno alle origini». Ma anche un salto nel futuro. Giorgio Armani è uscito a salutare il pubblico con Leo Dell'Orco, 69 anni, responsabile ufficio stile uomo per tutte le linee, e ha citato nell'incontro con la stampa anche Silvana Armani, responsabile donna. «Gran parte della collezione è di Leo, mio collaboratore da decenni, con la maturità è diventato sì più maturo ma anche più testone. È bravo lui per l'uomo come Silvana per la donna: sto preparando il mio futuro con le persone che ho accanto».

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L'INCIDENTE
Persone ancor più indispensabili in questo ultimo mese, dopo la caduta dalle scale e la frattura dell'omero sinistro.

Lo stilista ha voluto raccontarlo mostrando la lunga cicatrice (17 punti) per chiarire le voci che circolavano su un suo ricovero in ospedale. Tutto vero. Colpa dell'incidente, appunto, avvenuto uscendo dal cinema, dove era andato dopo il lungo lockdown. «E Milano e Parigi che incombevano. Quindi se c'è qualche piccola incertezza nel mio deambulare ora sapete perché».

Tornando alla collezione, Armani ha sottolineato come la ripartenza abbia portato la voglia di libertà: «Voglio trasmettere l'idea di un uomo che sceglie la leggerezza, che non ama l'esibizionismo pur cercando un nuovo modo di essere classico». Cosa ne pensa dello stile che vede intorno? «Non ha niente a che fare con la moda. Mi vergogno di far parte di questo gregge, sempre più me ne allontanerò. Inutile che mi sforzi di essere come gli altri, perché sono io». Qual è il segreto di Armani per l'uomo? «Allure. L'uomo deve nascere e morire con l'allure, per la donna ci si può anche un po' divertire, non con l'uomo». Di quello che vede in giro soprattutto Armani non sopporta «la supponenza», sottolinea secco.

E nella collezione lo stilista ha calcato sul piede della libertà. Materiali senza peso, colori che richiamano la natura, dal sabbia al bianco gesso, e poi tocchi più decisi, dal verde al rosso, come richiamo alla natura. Tutto sempre sotto il segno della appropriatezza, senza eccessi, in maniera sciolta e fresca. La novità è soprattutto nell'abito. «Di sera basta la camicia coordinata ai pantaloni della stessa stoffa, di giorno una giacca tagliata come un giubbotto di denim ma di lana gessata. E poi, improvvisi, tocchi di colore», spiega lo stilista. Tanti bermuda da mettere con le giacche-gilet, giacca-giubbotto con pantaloni con le pinces e appunto la camicia da sera con il collo a listino. Gli ultimi modelli alla fine hanno la mascherina: «È per ricordare che la pandemia non è finita. Sia chiaro, mi auguro che sia ultrafinita, ma non lo è, si deve fare attenzione. Basta poco per ripiombare nel baratro».

LA RILASSATEZZA
Harmont&Blaine o l'uomo l'arcobaleno monocromatico. Il marchio del bassotto ha presentato la capsule in collaborazione con Andrea Pompilio, che punta sul colore e sull'attitudine rilassata. «Ho sperimentato nel monocromatismo, partendo dall'idea di mettere total look in una lavatrice colorata e vedere cosa ne usciva», spiega lo stilista. Così sono nate le proposte monocolore in giallo, carta da zucchero, verde, grigio, rosso fuoco. Un colore mai fermo ma sempre ricco di sfaccettature, che cambia addosso anche con il variare della luce. Non solo. Sperimentazione anche nella camicia patchwork, sezionata e ricomposta con otto tessuti. E poi parola d'ordine comodità: tanti shorts e pantaloni si portano a taglia variabile grazie all'elastico interno, i trench con interno a contrasto, le scarpe da boxeur. «L'idea è di un'estate di rilassatezza e coolness», chiosa Pompilio.

VOGLIA DI LIBERTÀ
A casa Kiton voglia di libertà dall'ufficio alla vacanza. «Abbiamo puntato sul ritorno alla normalità, che va dai nuovi impegni in ufficio agli eventi formali, dalle cene, ai matrimoni, ai battesimi. C'è bisogno di tornare tra la gente e di tornarci vestiti bene», spiega Antonio De Matteis, ad del marchio campano. Cosa ha lasciato la pandemia? «Il bisogno di un abito più comodo». Il lavoro è stato fatto sui tessuti, molto stretch, grazie al jersey. I colori sempre tenui, la parola d'ordine è eleganza e semplicità. E con la linea mare, le stampe pescate dall'archivio delle cravatte.

Diesel presenta il video della prima collezione all gender firmata da Glenn Martens con protagonista la modella e artista trans newyorchese Ella Snyder. Martens riunisce i capisaldi della tradizione del marchio di Renzo Rosso e una visione più concettuale della moda, sua propria. Tra i temi: la cintura logata, i denim cinque tasche con stivali integrati, la nuova Diesel Library, ovvero una parte sostenibile permanente.
 

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