Dall'urban art alla moda, Zanichelli lancia un progetto culturale con lo stilista Antonio Marras

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di Gustavo Marco Cipolla
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Venerdì 2 Novembre 2018, 18:47

Una campagna di sensibilizzazione sulla lingua italiana e straniera che diventa urban art per le strade delle principali città del Bel Paese con graffiti che sono una riflessione sulla capacità di espressione di ognuno di noi. Si tratta quasi di un progetto di didattica metropolitana che Zanichelli, con il suo ruolo di educatore ed editore, ha deciso di promuovere sui social attraverso l'hashtag #laculturadistrada. La street art lascia però spazio anche alla moda che fa parte della cultura italiana, passando così dalla strada alle passerelle.
 

 


Ed è proprio per questo motivo che Zanichelli ha deciso di collaborare con lo stilista sardo Antonio Marras, richiedendo al designer di plasmare lo Zingarelli, il vocabolario italiano per eccellenza. «La cultura non è mai andata fuori moda. È qualcosa di così connesso con la nostra esistenza che non se ne può fare a meno. È come l'aria. Credo che il mio lavoro implichi un'aderenza alla realtà e quindi alla cultura che ci circonda. Quel che ho provato a fare nel tempo è far dialogare questa disciplina che è la moda con altre discipline: arte, danza, poesia, cinema, teatro, letteratura. L'urgenza di tradurre in segno quel che c'è intorno e dentro di me, nel tempo, si è fatta sempre più pressante. Come se avessi qualcosa che vuol venir fuori e non riesco ad arginare. Cerco di vedere ciò che nelle cose non si vede, ciò che è nascosto. Tendo a captare e fissare tratti, pennellate, immagini su qualsiasi materiale abbia sotto mano. Mi affascina sporcare, imbrattare, rendere impuro, porre a contatto superfici, oggetti diversi  - ha dichiarato Marras a proposito dell'entusiasmante progetto - Trascorrere lunghe ore, dimentico di tutto e di tutti. Un foglio bianco, piccoli spazi di pagine già scritte, quaderni usati, vecchie copertine di libri, carta o cartone, cartoline, brandelli di stoffa, tutto chiede di essere riempito. Da incosciente quale sono un  vocabolario diventa l’oggetto ideale per raccontare, fuori dalle righe, fuori dai margini. Linee, disegni, pasticci, garze, fil di ferro, cemento, occhi di bambola, soldatini, bruciature, spine, suture, bulloni, trasferibili, sono le mie parole inespresse, il codice attraverso cui si materializza il mio mondo. Accumuli, stratificazioni, assemblaggi si oppongono a  levare, sottrarre,  ridurre. Lottano contro la platitude, la piattezza, la banalità, il luogo comune. Vince l’eccesso, l’eccentricità».

Sedici le originali opere d'arte realizzate dallo stilista di Alghero nelle quali la materia del vocabolario è mescolata e fusa con altri elementi. La presentazione del progetto, con la conduzione di Geppi Cucciari, avverrà mercoledì 7 novembre in via Cola di Rienzo 8 a Milano con un meeting in cui Antonio Marras, insieme a Gianluca Orazi e Irene Enriques di Zanichelli, parlerà del suo personale ed intimo approccio artistico ai vocabolari. In vista della presentazione, inoltre, verrà allestito un atelier che è un vero e proprio percorso museale ed espositivo in cui i lavori del designer resteranno visibili, protetti da teche, fino al 21 novembre prossimo. Otto degli oggetti in mostra saranno poi protagonisti di una serata charity al Mudec per un'asta di beneficenza. Un connubio tra moda e cultura per sottolineare l'importanza del fashion come linguaggio creativo, un codice per comunicare. Perché, secondo Marras, «gli abiti sono le parole di un grande vocabolario».

 
 

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