Da Mia Martini a Dalida: il lato fashion del Festival in mostra a Sanremo 70

Sanremo 70_Mostra Forte Santa Tecla
di Gustavo Marco Cipolla
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Venerdì 7 Febbraio 2020, 00:41 - Ultimo aggiornamento: 00:43

Una storia tutta italiana, ricca di immagini, video e memorabilia. Cinque sale suddivise per aree tematiche e cronologiche per raccontare i 70 anni del Festival di Sanremo con una grande mostra al Forte Santa Tecla, visitabile sino al prossimo 16 febbraio. Protagonisti gli abiti di conduttrici e cantanti che sul palco dell’Ariston hanno fatto sognare gli abbonati di Mamma Rai non solo con la voce. Ma pure attraverso la moda. Oltre 300 tra oggetti, fotografie in bianco e nero, ricordi e look del più grande evento musicale del Bel Paese, inizialmente trasmesso solo alla radio, e destinato a diventare il fenomeno di entertainment per eccellenza dell’industria dello spettacolo.
 

 


L’esposizione Sanremo 70, a cura di Andrea Di Consoli e Dario Salvatori con la collaborazione di Barbara Francesconi, Sergio Gigliati, Laura Massacra - allestita da Rai Teche e Rai Direzione Creativa- è una narrazione visiva dell’evoluzione della storia del costume e dello showbiz in Italia. Nella prima sala, accanto alla riproduzione site specific di un salotto degli anni ’50, luogo intimo e familiare, una tivù connessa diventa il simbolo della fruizione mobile e dinamica, quella digitale, mettendo a confronto due epoche tecnologiche che iniziano con l’era radiofonica. Il clou del percorso espositivo è nella seconda area: una promenade ideale fra i momenti principali delle precedenti edizioni della manifestazione canora, dagli “Urlatori e cantautori” degli anni ’60 fino a “Gli stranieri in gara”. Il lato glamour, con abiti indossati in scena da artiste come Carla Boni, Gigliola Cinquetti, Mia Martini, Marcella Bella e Loretta Goggi, caratterizza la terza sala. Il vestito turchese di Orietta Berti del 1986 firmato Trussardi, quando cantò “Futuro” nella Città dei fiori, il long dress Armani di Michelle Hunziker per la conduzione del 2018, il vestito total rouge mai messo da Dalida nel 1967 a seguito del suicidio di Luigi Tenco. La mise pensata da Gigliola Curiel per Iva Zanicchi che, in coppia con Bobby Solo, vinse il Festival nel ’69 interpretando “Zingara”. Al Teatro del Casinò,  Sanremo tra palco e città, iniziativa promossa da Rai Teche e Rai Pubblicità per l'opening della kermesse, diventa la vetrina del fashion con creazioni appartenenti all’archivio storico Fernanda e Raniero Gattinoni di Roma, dichiarato dal Mibact patrimonio storico nazionale. Cinque quelle scelte dal presidente della maison di via Toscana Stefano Dominella, che ha collaborato alla curatela della mostra, e tutte realizzate nell’atelier capitolino: il vestito da gran sera in duchesse blu con ricamo sul décolleté del 1953, etichetta Fernanda Gattinoni,  per la cantante Flo Sandon’s, l’abito lungo con coda in tessuto di paillettes nere e  maxi-castoni in cristallo ricamati, etichetta Raniero Gattinoni, per Alba Parietti nel 1992 e quello in cady sui toni del bordeaux con cinturino in vita e piccoli fiocchi sulle spalline del 1955 per una giovanissima Maria Teresa Ruta. Poi la petite robe dai decori in oro del 1967 per la presentatrice Renata Mauro e la creazione in cady lurex di colore rosso del 1973 confezionata per Lara Saint Paul. Giovani nomi del pop, da Noemi a Ilaria Porceddu, hanno scelto per le loro esibizioni l'estro creativo di Guillermo Mariotto per Gattinoni Couture. Tra ampie gonne dagli effetti optical e outfit "spaziali". Dall’expo di moda diffusa anche al Casinò si ritorna al Forte Santa Tecla nell’apposito spazio dedicato ai  ai montaggi creativi che lasciano il passo, nella sala conclusiva, ai “reperti” del Festival. Cimeli che scrivono i capitoli di un libro televisivo senza tempo e che non è ancora finito.
 

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