L'anno scorso sono state più di 800 le persone che si sono rivolte alle volontarie in missione per effettuare visite di controllo. «Quest'anno - prosegue Alloni - grazie alla collaborazione di alcuni medici, avremo la possibilità di inviare i dati dei pazienti che visiteremo nei villaggi e negli ambulatori ai nostri colleghi del Policlinico universitario Campus Bio-Medico di Roma, che si sono resi disponibili a dare una consulenza a distanza, come per esempio nelle visite cardiologiche e dermatologiche». Particolare attenzione verrà data alle donne del posto, con programmi di formazione per “promotoras” incaricate di addestrare in seguito altre persone dei villaggi della valle.
«Ho deciso di partire dopo aver visto delle foto scattate da alcune mie amiche che sono partite l'anno scorso - racconta Cristiana Rondoni, studentessa magistrale in Ingegneria biomedica al Campus - Ho sempre fatto volontariato e questa mi è sembrata un'ottima occasione per conoscere un mondo completamente diverso dal mio e mettermi alla prova. Quello che farò sarà insegnare alle donne a produrre un sapone artigianale allo zolfo, al fine di migliorare le condizioni igieniche sia personali che degli ambienti in cui vivono». Alla missione parteciperanno anche 9 ragazze provenienti da diversi licei della Capitale. Le giovani realizzeranno piccoli lavoretti di restauro dei locali utilizzati per le varie attività e si dedicheranno ai bambini delle baraccopoli, proponendo loro giochi educativi. Le seguiranno 5 tutor, ragazze che hanno partecipato al workcamp l'anno scorso e che hanno deciso di rifare le valige per aiutare gli abitanti della Valle del Cañete.
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