Su Rai Radio 3 il monologo teatrale "Barbablù/Bluebeard", per la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne

Barbablù/Bluebeard
di Valentina Venturi
3 Minuti di Lettura
Domenica 22 Novembre 2020, 16:00

La radio e il teatro come mezzi per non abbassare mai la guardia. Su Rai Radio 3 il 25 novembre alle ore 20,30, per la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, viene trasmessa la lettura "Barbablù/Bluebeard", testo scritto da Hattie Naylor e con la traduzione di Monica Capuani. L'interprete è Tommaso Ragno che ha seguito le indicazioni registiche di Veronica Cruciani; sonorizzazione a cura di Giovanna Natalini, introduzione di Simona Argentieri, a cura di Laura Palmieri. Un testo feroce, drammatico, potente e necessario perché la violenza contro le donne deve essere sempre più al centro del dibattito pubblico.

"Stop violenza: le parole per dirlo": a volte anche una notizia, secondo come è riportata, è una violenza

Tiziano Ferro sui social contro la violenza sulle donne: «Legate. Imbavagliate. Insultate. Sottopagate»

"Bluebeard" della drammaturga britannica Naylor è un monologo teatrale che ha debuttato all’Old Vic di Bristol nel giugno 2013 per poi approdare al Soho Theatre di Londra. Non è ancora mai stato rappresentato in Italia. Un racconto in prima persona di un uomo che confessa le sue imprese sessuali, senza indulgenza verso di sé o le sue partner. Una confessione che contiene in sé (come la favola di Perrault) due tratti tipici dello schema criminologico che si ritrova nella casistica delle forme più gravi di violenza di genere: la dipendenza / sottomissione al potere maschile e l’isolamento della donna vittima. 

«Le donne continuano a morire - racconta Cruciani nelle note di regia - Il femminicidio è l’esplosione di violenza che porta all’uccisione di una donna quando decide di non rispettare il confine del ruolo impostole da un uomo. Come l’ultima moglie di Barbablù, che oltrepassa la soglia della stanza proibita. “Ho sempre voluto scrivere un Barbablù”, dice la drammaturga inglese Hattie Naylor. “Barbablù si inserisce in modo molto scomodo nella tradizione della fiaba, perché è un racconto particolarmente raccapricciante. Ci sono pochi serial killer nelle fiabe. La mia ispirazione è stata anche la bellissima versione di Angela Carter in La camera di sangue. Non mi ha mai convinto l’opinione comune sulla morale di Barbablù, e cioè che “la curiosità ha un prezzo”. Di solito le fiabe sono avvertimenti, ma la punizione che tocca alla nuova moglie di Barbablù è del tutto sproporzionata rispetto al crimine”». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA