Donne in piazza per tre giorni contro la violenza. Dopo il ritrovamento qualche giorno fa del corpo di Shannon Wasserfall, la ragazza di 22 anni uccisa poco lontano da Walvis Bay ad aprile e sepolta tra le dune, le ragazze le ragazze e le donne della Namibia hanno manifestato nella capitale Windhoek. Tre giorni di proteste al grido: #SheHerName. La polizia, al terzo giorno, le ha attaccate per disperderle, sparando pallottole di gomma, usando idranti. Ventesette persone sono state arrestate, tra cui tre giornalisti.
Le manifestanti hanno voluto denunciare la violenza contro le donne nel Paese. I dati sono allarmanti. Ogni mese si contano almeno 200 denunce per femminicidi e abusi. Da gennaio 2019 a giugno 2020 sono stati commessi 1604 stupri.
Our Sisters in Namibia 🇳🇦 are protesting against sexual violence and femicide. Let's support them with the hashtag #ShutItAllDown
We won't relent on #EndSARS in Nigeria 🇳🇬 too. pic.twitter.com/SIBZru6gcc— Wale Adetona (@iSlimfit) October 10, 2020
Le donne e le ragazze hanno chiesto al presidente della Repubblica, Hage Geingob, hanno chiesto di proclamare lo stato di emergenza. Ma sabato scorso, durante la manifestazione, la polizia è intervenuta duramente contro le manifestanti.