L'Unesco ai giornalisti, usate il linguaggio appropriato per raccontare le violenze sulle donne

L'Unesco ai giornalisti, usate il linguaggio appropriato per raccontare le violenze sulle donne
di Franca Giansoldati
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Giovedì 7 Novembre 2019, 17:42

Una donna su tre nel mondo è stata segnata dalla violenza fisica o sessuale nel corso della vita, praticamente «un flagello sistematico che persiste nella sua invisibilità». L'Unesco ha pubblicato un dossier per sensibilizzare i mass media ad affrontare il tema della violenza con il linguaggio giusto, in modo equilibrato ed etico. Troppo spesso le discriminazioni o la veicolazione di stereotipi nascono da una narrazione dei fatti scorretta.

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Si tratta di una specie di manuale che inquadra la grande sfida dell'uguaglianza di genere per le nuove generazioni. I temi affrontati sono tanti e comprendono i matrimoni precoci, la violenza domestica, le mutilazioni genitali femminili, i cosiddetti crimini d’onore, la tratta delle donne, l’odio sessuale in rete e la violenza sulle donne nei conflitti. «Affrontare la violenza di genere  significa trattare un tema che riguarda l’umanità intera, significa riflettere sui pregiudizi, sugli stereotipi e contribuire a rompere il silenzio e a far uscire la questione dalla sfera privata dove la violenza sulle donne è ancora troppo spesso relegata».

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«I media sono le nostre finestre sul mondo» sottolinea l’Unesco, e possono avere un impatto e un ruolo importante nel raggiungimento dell’uguaglianza di genere perché hanno il potere e la capacità di ispirare un cambiamento nelle norme, negli atteggiamenti e nei comportamenti scegliendo di far sentire la propria voce.

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Per l’Unesco, è importante che sul fenomeno si accenda la luce giusta. Per questo si è pensato a una guida pratica che comprende esempi specifici, consigli pratici, definizioni, dati e raccomandazioni sui vari tipi di violenze, ad esempio dalle spose bambine ai matrimoni forzati, dalla mutilazione genitale femminile alle molestie sessuali e online fino alla violenza sessuale sulle donne come arma di guerra.

Migliorando la copertura mediatica sul tema, sottolinea l’Unesco, rompendo il silenzio e segnalando regolarmente i casi, i giornalisti hanno il potere di far luce sulla portata e sulle implicazioni individuali e collettive della violenza contro le ragazze e le donne e possono contribuire a porre fine a questi crimini.

 

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