Valeria Cagnina, genio dei robot: tra i 100 under 30 che cambieranno l'Italia

Valeria Cagnina, genio dei robot: tra i 100 under 30 che cambieranno l'Italia
di Maria Lombardi
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Sabato 14 Dicembre 2019, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 14:40

Valeria Cagnina a scuola si annoiava. A 11 anni i suoi compagni calcolavano l'area del trapezio e lei costruiva robot. È andata sempre così, a gran velocità. E anche adesso diciottenne pluripremiata continua a correre con il pensiero e le parole, si fa fatica a starle dietro. Scusa, Valeria, cosa hai detto di aver fatto a 15 anni? «Ero al Mit di Boston», ripete senza rallentare il ritmo, come fosse normale a quell'età progettare robot in una delle università più prestigiose al mondo. La sua fretta di vivere e di imparare l'ha portata negli Usa e ad essere nominata appena diciassettenne tra le 50 Inspiring Fifty italiane, le donne più influenti nel tech, e da Forbes tra i #100under30 che cambieranno l'Italia. E ora che di cose ne ha imparate tante insegna come costruire macchine intelligenti giocando. Il piccolo genio di Alessandria. Come se bastasse essere un genio, replica lei, orecchini e ciondolo a forma di robottino. «Solo sul vocabolario la parola successo viene dopo sudore. Il talento è una minima parte, fondamentale è impegnarsi».

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Nella vita si suda e Valeria ha sudato anche per prendere la maturità. «Frequentavo l'istituto tecnico informatico di Alessandria e continuavo a occuparmi delle cose che mi appassionavano. I professori mi hanno messo davanti a un'alternativa: la robotica o la scuola. Se volevo prendere la maturità avrei dovuto mollare il resto. Eppure avevo bei voti, 8 e 9. Così mi sono ritirata e ho fatti gli esami da privatista. Purtroppo la scuola non valorizza le competenze e le passioni dei ragazzi, insegna a tutti le stesse cose nello stesso modo. Io mi annoiavo».
La scoperta dei robot da bambina. «La mia storia inizia al Coderdojo Milano, un evento in cui si insegna la programmazione informatica ai bambini. Avevo 11 anni e sono rimasta affascinata da una pianta digitale realizzata con Arduino. Rilevava temperatura, umidità e voci all'interno di una stanza. Lì mi si è aperto un mondo. Così mi sono fatta regalare dai miei genitori un kit di Arduino e guardando i video su YouTube ho costruito il mio primo robot in grado di muoversi evitando gli ostacoli». Mentre inventava Valeria faceva anche interviste spaziali. «Ho scritto la tesina di terza media utilizzando Facebook ed intervistando Luca Parmitano mentre era nello spazio, volevo dimostrare come la rete possa essere utilizzata anche dai bambini in maniera intelligente».

L'IMPRESA
A 14 anni speaker al TEDxMilanoWomen, al Cnr di Pisa e al Senato della Repubblica. A 15 al Mit di Boston. Come sei riuscita ad arrivarci? «Avevo 15 anni e volevo costruire robot più complessi. Così ho deciso di trascorrere un'estate di studio al Mit di Boston. Ho cominciato a mandare mail a tutti i dipartimenti, non mi rispondeva nessuno. Finalmente un dipartimento mi ha risposto. Mi hanno messo alla prova. Dovevo costruire un robot molto complesso che richiedeva competenze universitarie. Ci sono riuscita e mi hanno invitata. Al Mit dovevo semplificare i tutorial universitari e renderli fattibili per i ragazzi delle superiori così da costruire un robot autonomo che andasse in giro per la città».

L'APPRENDIMENTO
Ed è lì che Valeria scopre un nuovo modo di apprendere. «Ho capito che si può imparare giocando, così ho unito le mie due passioni: l'educazione e la robotica. E ho cominciato a insegnare la robotica ai bambini con un nuovo metodo. Sogno una scuola in cui i bambini siano felici di imparare». A 16 anni Valeria fonda la sua scuola di robotica e oggi che ha 18 anni insieme al socio Francesco Baldassarre ha creato una vera e propria azienda OFpassiON. «Usiamo la robotica come mezzo per apprendere soft skill. Insegniamo a tutti, dai bimbi di due tre anni ai manager aziendiali. Il nostro obiettivo è rendere l'apprendimento divertente. Differenze tra bambini e bambine nell'apprendere i primi elementi di robotica? «Nessuna differenza, i bambini non concepiscono la diversità e hanno tutti gli stessi talenti. I pregiudizi e gli stereotipi appartengono al mondo degli adulti e sono trasmessi anche dalla scuola. Bisogna smontarli». Valeria (iscritta al primo anno di Ingegneria informatica al Politecnico di Milano online, appassionata di viaggi e ginnastica acrobatica) è stata appena premiata a Roma dall'associazione nazionale giovani innovatori. «Mi piacerebbe essere d'ispirazione per altri giovani che hanno voglia di osare, vorrei incoraggiarli ad avere il coraggio di cambiare, uscire dagli standard e trasformare loro sogni e passioni ed essere felici ogni giorno. Se riesci a trasformare le passioni in un lavoro, non lavorerai un giorno della vita».

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