Una giovane accademica italiana alla guida dei Monuments Men

Una giovane accademica italiana alla guida dei Monuments Men
di Simona Verrazzo
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Giovedì 28 Novembre 2019, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 15:53

Una donna, italiana, alla guida di una delle più note organizzazioni dedite al recupero delle opere d'arte trafugate durante la Seconda guerra mondiale dai nazisti: Anna Bottinelli è il nuovo presidente della Monuments Men Foundation for the Preservation of Art. Una carica prestigiosa, nonostante la giovane età, culmine di una carriera e di un percorso di studi perfetti. Fondata nel 2007 a Dallas, la Foundation si pone diversi obiettivi: da un lato la ricerca e la restituzione delle opere trafugate dall'altro preservare e far conoscere a tutto il mondo le vite degli eroi e delle eroine, cioè i Monuments men.



La declinazione al maschile non deve trarre in inganno: si tratta di un gruppo di 345 tra uomini e donne, provenienti da 14 nazioni diverse, la maggior parte statunitensi e britannici, che durante la Seconda guerra mondiale prestò servizio volontario nell'appena creata sezione MFAA, che sta per Monuments, Fine Arts, Archives (monumenti, belle arti, archivi).

Molti avevano esperienza come direttori di musei, curatori, storici dell'arte, artisti, architetti e insegnanti. Il 23 giugno 1943, infatti, il presidente americano, Franklin D. Roosevelt, approvò la costituzione dell'American Commission for the Protection and Salvage of Artistic and Historic Monuments in War Areas (Commissione americana per la protezione e il salvataggio dei monumenti artistici e storici in zone di guerra), all'interno della quale vi era la sezione MFAA.



La loro missione era mettere al sicuro, proteggere e restituire ai legittimi proprietari i beni storico-artistici danneggiati o rubati dai nazisti. Nel 2007, il presidente Usa, George W. Bush, ha deciso si assegnare alla fondazione la National Humanities Medal.

Da dodici anni, l'organizzazione ricorda le esistenze di questi eroi ed eroine e da ora a guidarla è Anna Bottinelli. Nata a Firenze, trentaduenne, arriva alla Monuments Men Foundation al termine di una preparazione accademica impeccabile: laurea in Storia dell'Arte prima alla John Cabot University di Roma e poi al Courtauld Institute of Art di Londra. Nel 2014 entra nella fondazione con sede a Dallas, dove tre anni più tardi diventa direttore della ricerca, fino all'ultima carica, quella di presidente.

«Sono entusiasta dell'opportunità di guidare la Monuments Men Foundation nel futuro ha dichiarato la neo-presidentessa con centinaia di suggerimenti su opere d'arte e oggetti culturali mancanti, il 2020 promette di essere un anno molto intenso. Non vedo l'ora di approfondire le relazioni della Fondazione con le principali organizzazioni nel campo della proprietà culturale, negli Stati Uniti e all'estero». E il riferimento è anche all'Italia, in particolare al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. I Monuments Men negli Stati Uniti sono veri e proprio eroi ed eroine nazionali. Nel 2014 George Clooney realizzò un film per raccontare le loro gesta, dirigendolo come regista e interpretandolo come attore. Al suo fianco molte star di Hollywood, tra cui Matt Damon e Cate Blanchett.
 

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