Il premio per l'Intelligenza Artificiale va una donna per lo studio del tumore al seno

Regina Barzilay, professoressa del Laboratorio di Intelligenza Artificiale e Scienza del Computer del MIT,
di Simona Verrazzo
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Giovedì 24 Settembre 2020, 18:03 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 22:08

L’intelligenza artificiale a servizio delle donne, per salvare loro la vita dal tumore al seno. La prima edizione del Premio Intelligenza Artificiale per il Bene dell’Umanità ha visto come vincitore una ricercatrice che sta dedicando i propri studi alla lotta contro una delle malattie che maggiormente colpisce la popolazione femminile.

A Regina Barzilay, professoressa del Laboratorio di Intelligenza Artificiale e Scienza del Computer del MIT, è andato il premio da 1 milione di dollari per come ha applicato i suoi studi di settore nella cura del tumore al seno. Israeliana, impegnata nel polo statunitense di eccellenza mondiale del Massachusetts Institute of Technology (MIT), nel 2014 Regina sopravvive essa stessa a un tumore al seno, decidendo così di concentrare le sue ricerche per fermare il male che l’aveva colpita: in precedenza si dedicava, sempre nell’ambito dell’intelligenza artificiale, allo studio delle lingue antiche. Dopo la malattia è arrivata la svolta e il suo sistema di algoritmi per la diagnosi precoce e lo sviluppo di farmaci si è rivelato un successo, applicato in diversi ospedali del mondo, oltre a Boston, anche a Taiwan e in Svezia, mentre il suo ultimo progetto, attualmente in corso, è in Brasile.

Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato dall’Associazione per il Progresso dell’Intelligenza Artificiale, la più importante al mondo in questo ambito, con sede in California, in collaborazione con la società di e-learning cinese Squirrel AI. L’obiettivo è dare visibilità, anche in termini economici, a tutti quei ricercatori impegnati negli studi sull’intelligenza artificiale, così come il Premio Turing fa con l’informatica. E c’è già chi parla di questo premio come di un Nobel. «Soltanto premi di fama mondiale, proprio come i Nobel – ha spiegato Yolanda Gil, capo della commissione che ha scelto il vincitore – Portano a ricompense così elevate. E questo nostro vuole riconoscere l’impatto positivo per l’umanità dell’intelligenza artificiale».

A differenza del passato questo campo della scienza vede sempre più donne impegnate, tra cui personalità di spicco come Regina Barzilay o Yolanda Gil, oppure l’italiana Francesca Rossi, che da luglio è alla guida proprio dell’Associazione per il Progresso dell’Intelligenza Artificiale.

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