Il sindaco manager: «Guido il Comune terremotato come un’azienda, la burocrazia frena la ricostruzione»

Rosa Piematteri, sindaco di San Serino Marche
di Rosalba Emiliozzi
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Domenica 23 Giugno 2019, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 13:12

Guida il Comune come fosse un’azienda. Ogni mattina alle 7,30 fa sopralluoghi a sorpresa nei cantieri, vigila sulla raccolta rifiuti e sulla manutenzione del verde e, quando i cittadini le segnalano disagi in ospedale, piomba in pronto soccorso e sono guai. Inefficienze, lentezze, sprechi non ne ammette. «Tutti devono ricordare che la nostra è una missione e i cittadini vanno rispettati dando risposte in tempi celeri»,  dice il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, 59 anni, manager della Tod’s, che divide la sua vita tra Comune e azienda di Casette D’Ete.

È un vulcano dai capelli biondi. Sempre in moto, fin da quando giovanissima correva i 1.500 e i 3.000 metri  «con la Nazionale». Donna di sfide. A tre mesi dell’elezione - senza partiti e sostenitori, e soprattutto sempre prendere indennità  - s’è ritrovata a gestire il terremoto, il palazzetto dello sport gremito di sfollati e feriti, case sventrate, municipio e uffici inagibili. «Il nostro sisma è stato a macchia di leopardo, abbiamo avuto interi quartieri distrutti - ricorda - io mi sono dovuta mettere il caschetto e scrivere le pratiche di inagibilità a mano, su un foglio di carta appoggiato a un banchetto perché non avevamo più nulla, neanche un pc».  È stato un momento durissimo per Rosa Piermattei, eppure anche questa volta ce l’ha fatta. «Siamo il comune delle Marche più avanti nella ricostruzione - dice - ma per rimettere tutto a posto ci vorranno altri 10 anni a causa della lentezza dovuta alla burocrazia e alla difficoltà dell’inserimento delle pratiche nel sistema automatico».

A lavorare sulla ricostruzione c’è un team di 12 specialisti. Sono geometri, ingegneri e architetti che Rosa Piermattei ha organizzato «con la mentalità di gestione di un ufficio privato, vuol dire velocità nell’aprire e chiedere le pratiche, stando estremamente attenti a cosa si sta facendo». Tutto deve funzionare alla perfezione. Il sindaco non ammette pause o ritardi. Quando vede che un dipendente comunale non accelera, fa lei il suo lavoro.

«Ci dobbiamo ricordare che noi siamo qui per fare il bene della collettività, questo si aspetta da noi il cittadino che è già molto provato dal terremoto - dice - Anziani e bambini ne hanno risentito molto. Molto anziani sono deceduti per il dolore di dover lasciare la casa, la popolazione in tre anni è passata da 13mila abitanti a 12.630. I bambini hanno vissuto il terrore dei genitori, hanno visto papà e mamma molto preoccupati».

Piermattei è un treno in marcia perenne. Macina obiettivi. Deve ricreare San Severino lavorando su tre fronti: occupazione, turismo e ospedale. «Abbiamo aziende a livello mondiale nel marmo e nel vetro, dobbiamo realizzare l’intervalliva che collegherà San Severino a Tolentino, fondamentale per il miglioramento dei trasporti di tutto il territorio». Per le aziende locali (ce ne sono di eccellenti anche nel settore agricolo con uliveti, vigneti, oleifici, salumifici, in campo edile e commerciale) la strada significa maggiore competitività, per il Comune vuol dire lavoro e benessere.

Obiettivo numero due: valorizzare la città d’arte dove Vittorio Sgarbi è stato sindaco per la prima volta. «Devo portare tanti turisti per far uscire San Severino dal guscio - dice - Abbiamo il Pinturicchio, tante opere del Cinquecento, chiese, un teatro meraviglioso e una piazza con eventi e concerti, lo scorso anno è venuto Vecchioni». Poi il fascino misterioso del cimitero di Pitino, il paesaggio simil western della frazione di El Cito, due residenti ma tantissima vita da quando il borgo è stato ristrutturato ed è tenuto benissimo. Per fare il giro di ville  e monumenti stanno per arrivare le bici elettriche.

Altra mission: salvare l’ospedale, «mantenendo e creando nuovi servizi essenziali per il territorio». 

Piermattei non si ferma mai: sorriso, obiettivi, professionalità. «Ho preso da mio padre. A 14 anni mi lasciò andare a studiare all’estero ma mi disse: vai e non tornare indietro se commetti errori». Prima Parigi, poi un anno trascorso a Londra per perfezionare l’inglese mentre stava facendo il liceo linguistico. Gli studi, mai terminati, in  Matematica finanziaria, e il ritorno in Italia dove inizia a lavorare in un’azienda di abbigliamento con 150 dipendenti e impara a gestire un’impresa. Dopo undici anni passa a Tod’s dove raggiunge i massimi livelli. «È una bellissima azienda con un bellissimo ambiente - dice - la famiglia Della Valle è molto presente con progetti di solidarietà anche qui a San Severino». 

Rosa Piermattei, in tempi difficili, è riuscita a bucare quel soffitto di cristallo che spesso impedisce ai manager donna di progredire nella carriera. Come ci è riuscita? «Mi sono comportata da uomo, dagli atteggiamenti sul lavoro al vestire in modo sobrio, in silenzio ho portato risultati. Le donne non più tenaci, hanno l’orgoglio di portare a termine il lavoro che fanno. E le dico di più, anche un sindaco, secondo me, deve essere uomo perché una donna raramente scende a compromessi». Le sue ferie? «Mai fatte, quando ho tempo libero mi dedico al volontariato, aiuto gli altri».

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